Il discorso censurato da Bossi del segretario provinciale Stefano Candiani


“Non vogliamo tenere in piedi un’Italia cotta e decotta, corrotta e puttaniera che sfrutta il lavoro dei padani! Noi non abbiamo nulla da spartire con questa gente e con questa idea di politica”. 

Scrive Candiani: “Noi abbiamo chiesto il mandato ai cittadini per cambiare il sistema, per romperlo e non per mantenerlo”.  E ancora “Non vogliamo tenere in piedi un’Italia corrotta e puttaniera”

L’insofferenza verso la situazione interna del partito è un ritornello che ricorre in diversi passaggi del discorso mai pronunciato: “È evidente a tutti che se oggi siamo a congresso con un unico candidato è solo per rispetto e fedeltà nei confronti di Umberto Bossi. Ma è anche evidente che questa non è una scelta che rispetta e compatta i militanti, cosa di cui ci sarebbe invece molto bisogno”.

“Oltre a me – dice ancora Candiani – avrebbero voluto e dovuto parlare in molti, altrimenti che congresso è?”. Ma oltre al contenuto dell’intervento, alla luce dei fatti è rimasto qualcosa di non detto? “Certo sono mancate la voce e il voto della base, che deve sempre avere la possibilità di esprimersi”. Nelle ore della rabbia sono stati in molti a esporsi con affermazioni fino ad oggi inimmaginabili da parte di un tesserato leghista. Arriveranno altre prese di posizione da parte dei militanti? “Per quanto mi riguarda no, non vogliamo fare danno alla Lega, dobbiamo pensare a tenere unita la base”.

“È una cosa impossibile da immaginare – dice Candiani -. Se non c’è la base non c’è il segretario, se vorrà guidare il partito in provincia di Varese Canton dovrà guadagnarsi il rispetto dei militanti”. E a giudicare dalle prime reazioni e dopo lo striscione “Canton segretario di nessuno”, per lui la strada sembra decisamente in salita. Ma per Bossi, d’ora in poi, lo sarà ancora di più.

[Fonte http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/11/ecco-il-discorso-del-dissenso/163860/]

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