Religione - Halloween spiegata da un esorcista

Estrapolato dal seguente articolo di un noto esorcista:

http://unesorcistaoggi.blogspot.it/2013/10/festa-dei-demoni-halloween.html

"Infatti, come mi è noto dalla mia pluriennale esperienza esorcistica, in questo periodo di fine ottobre e durante tutto il mese di novembre, con a culmine appunto la festa di Halloween, hanno luogo messe nere, riti satanici, consacrazioni a Satana, macube, voodoo e hoodoo, fatture, legature, maledizioni, malocchi, sedute spiritiche, pratiche occulte sino ad arrivare anche tra i più giovani – e tra più giovani intendo dai 12 anni in su – a sacrifici umani o d’animali.
 
Non si meraviglino le persone che odono quel che dico poichè in questo mese di ottobre 2013, in un paese di mia conoscenza abitato da una setta, ben sette infanti sono stati uccisi ed offerti al demonio come vittime sacrificali. 


Bussano alle nostre porte: ragazzi che hanno fatto sedute spiritiche e si trovano terrorizzati da settimane con incubi e presenze nella mente o nella casa, bambini che dopo aver partecipato a feste persino nelle parrocchie o nelle Chiese (sacrilegio!) si trovano ad avere disturbi diabolici, teenagers che presi dalla goliardia di sesso, droga e rock ‘n roll (perchè anche la musica rock è satanica e fa male, molto male) intrallazzano con riti più o meno esoterici per cercare soddisfazione ai loro piace e degenerando poi in atti esecrandi, si trovano ad esser vittime colpevoli di possessioni diaboliche e così via.


Ora, vorrei sapere come un prete può definirsi cattolico ed approvare se non addirittura incoraggiare una tal festa paganeggiante e satanica?

Esigo una spiegazione di ciò e me ne facciano avere risposta scritta don Valentino Porcile (il quale sappia che il sottoscritto ritiene che il cognome glielo abbiano bene azzeccato se propaga e sostiene simili nefandeze) – il quale mi è stato segnalato – ed il signor Rosario Ventimiglia, sedicente cattolico che si dichiara a favore di Halloween ed invita i fedeli a festeggiarlo tramite ripetuti messaggi pubblicizzati sui social networks.


Doveroso in questo contesto citare le rivelazioni della mistica cattolica Nancy Fowler, la quale affermava che ogni qualvolta lei nominava Halloween Satana le si presentava dicendo d’avere il diritto di essere presente.
"



"Per chi fosse interessato a sapere ciò che succede nella festa di Halloween consiglio di leggere il buon libro scritto dalla mia amica Michela (pseudonimo, vedere l’articolo Halloween, parla una ex satanista), del quale riporto un estratto:

Tra fine ottobre e inizio novembre, ossia nelle notti precedenti Halloween (31 ottobre) e la memoria dei Defunti (2 novembre), c’era poi l’unico appuntamento in un cimitero, dove profanavamo delle tombe e ne ru­bavamo le ossa, facendo uno specifico rituale che alla fi­ne le distruggeva.

Qualche volta mi è anche capitato di partecipare a un rito in una struttura che sembrava una piccola chiesa. Recentemente ne ho avuto una spiegazione, leggendo la denuncia dell’esperto padre Francesco Bamonte: «Nel corso delle vendite di varie cappelle non più utilizzate per il culto, è accaduto che qualcuna di esse sia stata acquistata proprio da individui che, nascondendo la loro appartenenza a gruppi di satanisti, le hanno poi utilizzate (e utilizzano tutt’ora!) per i loro riti nefandi».

Per chi volesse fare qualcosa al fine di costrastare gli attacchi diabolici consiglio (soprattutti ai sacerdoti, se tali dirsi vogliono) d’organizzare durante tutta la notte tra il 31 ed il 1, ed anche nel mese di novembre, adorazioni riparatrici, messe di espiazione, processioni e santi rosari continui.
Mettete alle finestre dei ceri esorcizzati e benedetti.
"

Religione - Commemorazione dei defunti


La commemorazione dei fedeli defunti al 2 novembre ebbe origine nel sec. XX nel monastero benedettino di Cluny. Papa Benedetto XV, al tempo della prima guerra mondiale, giunse a concedere a ogni sacerdote la facoltà di celebrare «tre messe» in questo giorno.
«La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alta vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti». 
Nella nostra vita noi pensiamo di non avere mai abbastanza: viviamo protesi verso un continuo
«domani», dal quale ci attendiamo sempre «di più»: più amore, più felicità, più benessere. Viviamo sospinti dalla speranza. Ma in fondo a tutto il nostro stordirci di vita e di speranza si annida, sempre in agguato, il pensiero della morte: un pensiero a cui è molto difficile abituarci, che si vorrebbe spesso scacciare. Eppure la morte è la compagna di tutta la nostra esistenza: addii e malattie, dolori e delusioni ne sono come i segni premonitori.

La morte: un mistero

La morte resta per l’uomo un mistero profondo. Un mistero che anche i non credenti circondano di rispetto.
Essere cristiani cambia qualcosa nel modo di considerare la morte e di affrontarla? Qual è l’atteggiamento del cristiano di fronte alla domanda, che la morte pone continuamente, sul senso ultimo dell’esistenza umana?
La risposta si trova nella profondità della nostra fede. La morte per il cristiano non è il risultato di un gioco tragico e ineluttabile da affrontare con freddezza e cinismo. La morte del cristiano si colloca nel solco della morte di Cristo: è un calice amaro da bere fino in fondo perché frutto del peccato; ma è pure volontà amorosa del Padre, che ci aspetta al di là della soglia a braccia aperte: una morte che è una vittoria vestita di sconfitta; una morte che è essenzialmente non-morte: vita, gloria, risurrezione.
Come tutto questo avvenga di preciso non lo possiamo sapere. Non è dell’uomo misurare l’immensità delle promesse e del dono di Dio. Il commiato dei fedeli è accompagnato dalla celebrazione eucaristica che è ricordo della morte di Gesù in croce e pegno della sua risurrezione. Uno dei prefazi rivela un accento di umana soavità e di divina certezza:
«In Cristo rifulge a noi la speranza delta beata risurrezione, e se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura. Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo».

A faccia a faccia con Cristo
La morte del cristiano non è un momento al termine del suo cammino terreno, un punto avulso dal resto detta vita. La vita terrena è preparazione a quella celeste, stiamo in essa come bambini nel seno materno: la nostra vita terrena è un periodo di formazione, di lotte, di prime scelte. Con la morte l’uomo si trova di fronte a tutto ciò che costituisce l’oggetto delle sue aspirazioni più profonde: si troverà di fronte a Cristo e sarà la scelta definitiva, costruita con tutte le scelte parziali di questa vita.
Cristo ci attende con le braccia aperte: l’uomo che sceglie di porsi contro Cristo, sarà tormentato in eterno dal ricordo di quello stesso amore che ha rifiutato. L’uomo che si decide per Cristo troverà in quell’amore la gioia piena e definitiva.

«L’eterno riposo dona loro, o Signore»
Possiamo fare qualcosa per i defunti?

Essi non sono lontani da noi: appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla Chiesa, sia quelli che sono morti nell’abbraccio di Dio, come pure tutti coloro dei quali solo il Signore ha conosciuto la fede.
La preghiera per i defunti è una tradizione della Chiesa. In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, può sussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo! Tutto questo avviene nella morte. Morire significa morire al male. E’ il battesimo di morte con Cristo, nel quale trova compimento il battesimo d’acqua. Questa morte vista dall’altro lato — così crede la Chiesa — può essere una purificazione, il definitivo e totale ritorno alla luce di Dio.
Quanto tempo durerà? Non siamo in grado di determinare né tempo né luogo né come. Ma, partendo dal nostro punto di vista umano, c’è un tempo durante il quale noi consideriamo qualcuno come «trapassato» e lo aiutiamo con la nostra preghiera.

Il Messale Romano presenta tre formulari distinti di orazioni per la celebrazione del 2 novembre. Nella Messa non si dice il Gloria né il Credo.
 
Moriamo insieme a Cristo, per vivere con lui
Dal libro «Sulla morte del fratello Satiro» di sant'Ambrogio, vescovo
(Lib. 2, 40.41.46.47.132.133; CSEL 73, 270-274, 323-324)
Dobbiamo riconoscere che anche la morte può essere un guadagno e la vita un castigo. Perciò anche san Paolo dice: «Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Fil 1, 21). E come ci si può trasformare completamente nel Cristo, che è spirito di vita, se non dopo la morte corporale?
Esercitiamoci, perciò, quotidianamente a morire e alimentiamo in noi una sincera disponibilità alla morte. Sarà per l'anima un utile allenamento alla liberazione dalle cupidigie sensuali, sarà un librarsi verso posizioni inaccessibili alle basse voglie animalesche, che tendono sempre a invischiare lo spirito. Così, accettando di esprimere già ora nella nostra vita il simbolo della morte, non subiremo poi la morte quale castigo. Infatti la legge della carne lotta contro la legge dello spirito e consegna l'anima stessa alla legge del peccato. Ma quale sarà il rimedio? Lo domandava già san Paolo, dandone anche la risposta: «Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?» (Rm 7, 24). La grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore (cfr. Rm 7, 25 ss.).
Abbiamo il medico, accettiamo la medicina. La nostra medicina è la grazia di Cristo, e il corpo mortale è il corpo nostro. Dunque andiamo esuli dal corpo per non andare esuli dal Cristo. Anche se siamo nel corpo cerchiamo di non seguire le voglie del corpo.
Non dobbiamo, è vero, rinnegare i legittimi diritti della natura, ma dobbiamo però dar sempre la preferenza ai doni della grazia.
Il mondo è stato redento con la morte di uno solo. Se Cristo non avesse voluto morire, poteva farlo. Invece egli non ritenne di dover fuggire la morte quasi fosse una debolezza, né ci avrebbe salvati meglio che con la morte. Pertanto la sua morte è la vita di tutti. Noi portiamo il sigillo della sua morte; quando preghiamo la annunziamo; offrendo il sacrificio la proclamiamo; la sua morte è vittoria, la sua morte è sacramento, la sua morte è l'annuale solennità del mondo.
E che cosa dire ancora della sua morte, mentre possiamo dimostrare con l'esempio divino che la morte sola ha conseguito l'immortalità e che la morte stessa si è redenta da sé? La morte allora, causa di salvezza universale, non è da piangere. La morte che il Figlio di Dio non disdegnò e non fuggì, non è da schivare.
A dire il vero, la morte non era insita nella natura, ma divenne connaturale solo dopo. Dio infatti non ha stabilito la morte da principio, ma la diede come rimedio. Fu per la condanna del primo peccato che cominciò la condizione miseranda del genere umano nella fatica continua, fra dolori e avversità. Ma si doveva porre fine a questi mali perché la morte restituisce quello che la vita aveva perduto, altrimenti, senza la grazia, l'immortalità sarebbe stata più di peso che di vantaggio.
L'anima nostra dovrà uscire dalle strettezze di questa vita, liberarsi delle pesantezze della materia e muovere verso le assemblee eterne.
Arrivarvi è proprio dei santi. Là canteremo a Dio quella lode che, come ci dice la lettura profetica, cantano i celesti sonatori d'arpa: «Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti. Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno dinanzi a te» (Ap 15, 3-4).
L'anima dovrà uscire anche per contemplare le tue nozze, o Gesù, nelle quali, al canto gioioso di tutti, la sposa è accompagnata dalla terra al cielo, non più soggetta al mondo, ma unita allo spirito: «A te viene ogni mortale» (Sal 64, 3).
Davide santo sospirò, più di ogni altro, di contemplare e vedere questo giorno. Infatti disse: «Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore» (Sal 26, 4).

Ambiente - Il volume del ghiacchio dell'artico

in base ad uno studio sembrerebbe che l'artico, oltre ad aver ridotto consistentemente l'estensione dei ghiacchi negli ultimi 30 anni abbia ridotto considerevomente anche il volume che risulta ridotto dell'80%.

Questa dimunizione non solo sembra portare maggiori pioggio nell'Europa del Nord ma piu' siccita' nell'Europa del Sud.

Di seguito il grafico:


[fonte http://www.ecoblog.it/post/114925/il-collasso-del-ghiaccio-artico-allorigine-di-alluvioni-e-siccita-in-europa]

Religione - Halloween oppure Ognissanti?

 
Mi è capitato tra le mani un giornalino "Junior t il Timone dei ragazzi" e, leggendo qua e là, ho trovato un articolo davvero interessante riguardante il  vero volto di Halloween, ossia questo fenomeno al quale assistiamo come spettatori nostro malgrado da qualche anno, a partire dai media e finendo con le feste organizzate dai circolini cittadini.
 
Vi propongo dunque  la lettura di questo articolo con una riflessione sul vero significato della festa cristiana di Ognissanti seguita dalla Commemorazione dei nostri cari defunti.
 
 
Buona lettura...
 
 
IL VERO VOLTO DI HALLOWEEN
di Paolo Gulisano
 
Ogni anno, alla fine di ottobre, assistiamo ad uno strano spettacolo: i negozi, le strade e persino molte scuole, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni, ci mostrano grandi zucche forate illuminate dall’interno, scheletri e cupe figure incappucciate, e un ritornello ossessivo: dolcetto o scherzetto? Tutto questo è Halloween, una festa, ma soprattutto una moda, che si è imposta negli ultimi anni, grazie alla forza persuasiva del cinema e della televisione.
Sembra di essere a Carnevale, perché ci si maschera, anche se con un tema quasi obbligatorio: l’orrore e la paura. Ma che festa è quella dove è protagonista la paura? Che cosa si festeggia?
Ognissanti, la festa di tutti coloro che ci hanno preceduto in Paradiso, una vera e propria festa della vita, perché i santi sono le persone che hanno avuto una vita piena, ricca di Grazia, che hanno testimoniato al mondo la bellezza di essere cristiani e di seguire giorno per giorno Gesù. Secoli fa questa festa venne istituita proprio per ricordarci che la vita del cristiano è un cammino verso questa Gioia che non finisce mai. E per fare le cose bene, anche il giorno seguente – il 2 novembre – divenne un’importante ricorrenza: quella in cui ricordiamo i nostri cari defunti, le persone che non sono più con noi, ma che sono in Cielo. Non ci sono più fisicamente accanto, ma non dobbiamo dimenticarci di loro, dobbiamo continuare a volergli bene e a sentire il loro affetto. Così nacquero queste due belle feste, giorni in cui si andava nei cimiteri a portare i fiori sulle tombe delle persone care. Cimiteri che non erano, e non sono, luoghi di paura, di terrore. Sappiamo bene infatti che Gesù, con la sua Risurrezione, ha vinto il potere della morte.
A questo punto ci si potrebbe chiedere: come mai la vigilia del 1 novembre si parla di Halloween e non di Ognissanti? Perché gli scheletri e i pipistrelli? Come è  avvenuta questa sostituzione?
Partiamo dal nome: Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine inglese All Hollows’Eve, che significa: la vigilia di Ognissanti. Questa festa, infatti, era molto sentita in Irlanda, la piccola isola verde che aveva dovuto sopportare tremende persecuzioni per essere rimasta sempre fedele alla Fede cattolica. Per questo, nel corso dell’800 centinaia di migliaia di irlandesi erano stati costretti a lasciare la loro meravigliosa terra e a emigrare in America, sfuggendo alla fame, alla miseria, alla discriminazione. In America si portarono dietro le loro povere cose, e la loro grande fede, i loro santi, le loro feste. L’America protestante, aveva da tempo rimosso dalla memoria il culto dei santi: non ne voleva proprio sapere. Così quella bella festa cattolica del 1 novembre che gli irlandesi celebravano con tanta gioia colpì e incuriosì che cattolico non era, che si chiese – forse con invidia – se non fosse possibile appropriarsi di quella occasione di festa, escludendone però il significato.
Halloween dunque è un fenomeno tutto americano: la profonda devozione per i santi degli emigrati irlandesi era qualcosa di molto fastidioso per quella società che era nata da rifiuto della Chiesa e di ciò che essa aveva sempre insegnato, così volle eliminare il senso cattolico di Ognissanti, trattenendo nella cosiddetta Halloween l’aspetto lugubre dell’aldilà’, con i fantasmi, i morti che si levano dalle tombe, le anime perdute che tormentano quelli che in vita arrecano loro danno: un aspetto che si tenta di esorcizzare con le maschere e gli scherzi.
Halloween diventò un tema buono per i fumetti e per il cinema. Tutta la messinscena di articoli più o meno macabri – teschi, scheletri, streghe – che oggi ben conosciamo, questa parodia della religiosità cristiana autentica, che ha finito per diventare anche un grosso affare commerciale: Halloween serve principalmente a vendere un po’ di prodotti carnevaleschi in più, maschere, teschi, zucche, mantelli e cappellacci e altro, nonché spazi pubblicitari nei film dell’orrore mandati sulle reti televisive.
Halloween è proposta commercialmente come una festa giovane, divertente, diversa, trasgressiva, ci si traveste da fantasma, strega o zombie e si balla nelle feste.
Tuttavia Halloween porta in sé – e questo è uno dei suoi aspetti più negativi e che non si possono accettare – un atteggiamento negativo verso la morte e verso i defunti, come se i morti fossero qualcosa di ostile da cui difendersi. Si vuole esorcizzare la morte, facendone la caricatura. In conclusione, l’attuale Halloween d’importazione americana è semplicemente una festività consumistica, svuotata di significato, buona solo per far fare il pieno alle discoteche, semplicemente un carnevale con un tocco di macabro.
La festa vera è un’altra, e la dobbiamo fare! Un tempo, i nostri nonni celebravano Ognissanti in molti modi, anche preparando dolci speciali per l’occasione! Dobbiamo allora riappropriarci di questa festa, ridandole tutto il suo antico significato, celebrando i morti e i santi, l’avvicinarsi del tempo di una nuova stagione e di una nuova vita. Non facciamoci scippare la gioia e la festa da scheletri e vampiri.
 
 
Tratto da Junior T il timone dei ragazzi n. 6 settembre/ottobre 2013
 
 

L'angolo di Flo - Mezzelune al formaggio

Mezzelune al formaggio




Ingredienti:

Per la pasta brise'

300 gr farina;
100 gr burro;
1 uovo;
latte;
sale.

Per il ripieno

150 gr formaggio pecorino;
1 uovo;
sale.

Procedimento:

Iniziate col fare la pasta brisè... 
Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Mettete la farina in una terrina e aggiungete al centro il burro morbido con l'uovo ed un pizzico di sale. Lavorate gli ingredienti con le mani fino a che la pasta si sgretola in briciole. A questo punto aggiungete un po' di latte e lavoratela ancora formando una palla che andrete ad avvolgere nella pellicola e terrete in frigorifero almeno un'ora.  Poi stendete la pasta a sfoglia e con l'aiuto di un bicchiere, formate dei dischetti. 

Ora procediamo nel fare il ripieno utilizzando il frullatore. Tagliate il formaggio pecorino a listarelle versate nel contenitore del frullatore insieme all'uovo ed un pizzico di sale. Amalgamate bene fino a formare una crema.






 
Disponete al centro dei dischetti di pasta un cucchiaino di ripieno al formaggio e richiudete il dischetto a metà premendo bene i bordi con una forchetta.  Foderate una teglia con carta forno e adagiate le mezzelune spennellate  con del latte ed infornate a 180 gradi per 25 minuti.
Sono ottimi come aperitivo.

Report lunedì 28 ottobre 21.05 Rai3

La puntata si intitola: "INTESA SUL CREDITO"
di Giovanna Boursier


Romain Zaleski e Luigi Zunino sono grandi debitori delle banche, capofila, per entrambi, Intesa San Paolo. Hanno ognuno, all'incirca, 2mld di debito. Zaleski è un finanziere francese, di origini polacche, che arriva in Italia perché deve riscuotere un credito da un'acciaieria della Val Camonica, lui la rileva e si stabilisce nel bresciano. Specula in borsa, le banche lo finanziano, nel 2007 fino a 9 miliardi, e circa 2 glieli ha dati Intesa guidata da Giovanni Bazoli. Si conoscono nella finanziaria Mittel, di cui Zaleski diventa azionista nel 1996, e Bazoli è stato a lungo presidente. Zaleski nel 2007 ha anche un patrimonio di titoli bancari e quando Intesa si fonde con San Paolo Imi, la Tassara di Zaleski arriva al 5,9% della nuova banca, diventandone il secondo azionista. Nel 2008 crolla, insieme ai mercati finanziari. Da allora le banche, da Intesa a UniCredit, gli ristrutturano il credito. Più o meno lo stesso vale per l'immobiliarista Luigi Zunino: nel 2008 aveva più di 3 miliardi di debiti, e la procura di Milano aveva chiesto il fallimento della sua società Risanamento. Ma anche in questo caso, si fa un accordo con le banche che si prendono quote della società e gli iniettano liquidità. Oggi ha ancora 1,8mld di debito con le banche e vorrebbe riprendersi Risanamento, che ha in pancia immobili prestigiosi a Parigi. Il Banco Popolare è disponibile a rifinanziarlo.
A coloro invece che non hanno amici nelle banche, chiudono i fidi e di conseguenza devono chiudere le loro imprese. Poi ci sono anche quelli che, con la crisi, comprano a rate. Il credito al consumo ormai serve per mangiare. Ma è difficile sapere quanto si paga di interessi, come è il caso delle carte revolving... Istruzioni per l'uso.



E inoltre:

"TI RUBO L'IDENTITA'"
di Giuseppe Laganà

In un anno e mezzo la Polizia Postale ha contato 93.815 denunce per furto d'identità on line e l'agenzia anticrimine dell'Unione Europea stima che solo il 30% è segnalato alle autorità competenti. 322 comuni italiani sarebbero stati vittime di attacchi informatici da gennaio ad agosto 2013. Le informazioni rubate sono vendute sul mercato nero, utilizzate per rubare dai conti correnti e anche a scopo estorsivo. Il business, a livello globale, si aggirerebbe tra i 100 e i 500 miliardi di dollari. La vittima di furto d'identità spesso è, suo malgrado, coinvolta in reati che altri compiono a suo nome. E il fenomeno è in crescita.


I video e le trascrizioni delle inchieste saranno resi disponibili sul nostro sito www.report.rai.it pochi minuti dopo la fine della trasmissione.
Potete seguirci anche su www.facebook.com/reportrai3 e www.twitter.com/reportrai3