La puntata si intitola: "L'INSOSTENIBILE BREVETTO"
di Piero Riccardi
"
...Per fare un tavolo ci vuole un albero ,...per fare un fiore ci vuole
un seme", così cantava Sergio Endrigo, riprendendo una filastrocca di
Gianni Rodari. Era il 1973. Un anno dopo due ricercatori americani,
Watson e Crick, presentavano al mondo l'elica del Dna. Così, se Endrigo
quella filastrocca la cantasse oggi, dovrebbe dire che per fare un seme
ci vuole un brevetto.
Un viaggio inchiesta nell'intreccio che lega
industria chimica e semi coperti da copyright. Secondo uno studio della
Fao, negli anni ‘70, c'erano 7000 compagnie sementiere e nessuna
superava l'1% del mercato mondiale. Oggi, le prime tre compagnie
detengono il 53%, le prime dieci il 76% e tra queste sei coprono ben il
75% del mercato planetario dei pesticidi. Numeri che rivelano già
l'intreccio indissolubile tra chi produce semi e chi produce i veleni
per le erbe indesiderate. Ma tutto questo è sostenibile? E fino a
quando? E soprattutto ci sono alternative?
E inoltre:
"AAA. PATRIMONIO SVENDESI"
di Giorgio Mottola
Perfino
i giornali stranieri invitano i più facoltosi a mettere le mani su
parti del patrimonio italiano, perché conviene. E così si sono
organizzati: ci sono agenzie immobiliari che hanno inviato i loro
manager nel Chianti per vendere casali e castelli principeschi con
annesso panorama mozzafiato. A Rovigo si è addirittura costituita
un'associazione per facilitare l'acquisto ai Russi di parti del nostro
Paese. E così a Pisa sono arrivati decine di magnati russi per
comprare il porto, una serie di Hotel e una quarantina di immobili
dal valore monumentale.
"L'EDITTO"
di Bernardo Iovene
Le
ottanta cave di Carrara sono gestite da quasi duecento imprese, la
maggior parte di queste lavora senza concessione comunale. Cioè sono
autorizzate in modo provvisorio. Tutto è fermo perché nel 1751 Maria
Teresa, principessa di Carrara, stabilì che chi in quel momento
coltivava le cave ne diventava possessore. Questo regime è durato fino
al 1994, quando il sindaco Emilia Fazzi Contigli per la prima volta
istituì un regolamento che prevedeva concessioni onerose e temporanee.
Ma
quando fu eletto un nuovo sindaco azzerò tutto tornando al regime
precedente. Oggi le cave di marmo sono autorizzate dal Comune per 29
anni rinnovabili automaticamente, e gli imprenditori pagano un prezzo
stabilito in trattativa. Insomma la cittadinanza ci guadagna ben poco. E
invece la legge nazionale prevede un bando di gara e il pagamento di
una percentuale fissa sul prezzo di mercato. A complicare la situazione è
intervenuta la Procura: sotto indagine una decina di imprenditori che
avrebbero venduto i blocchi di marmo in India e Cina fatturando solo una
piccola percentuale e frodando così il fisco.
"CUCI E TAGLIA"di Emilio Casalini
Torniamo
poi ad occuparci anche delle sorti dell'Ittierre, la più importante
azienda del fashion italiano che è di nuovo in crisi. Da sola
produceva circa il 10% del pil del Molise, era entrata in crisi nel
2009, e per salvarla erano intervenuti il governo prima e la Regione
poi con una fidejussione di 12 milioni. Dopo aver speso milioni di euro
pubblici, dopo due anni di amministrazione straordinaria e
altrettanti di gestione privata, hanno portato i libri in tribunale.
Migliaia di lavoratori, alcuni altamente specializzati, rischiano di
rimanere per strada. Nell'inchiesta abbiamo provato a ricostruire come
mai una delle più prestigiose aziende del made in Italy è stata ridotta
con le pezze sul sedere.
I video e le trascrizioni delle inchieste saranno resi disponibili sul nostro sito www.report.rai.it pochi minuti dopo la fine della trasmissione.
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