Travaglio - CARTA CANTA Dall'Espresso di venerdì 13 giugno 2014

Grande Marco Travaglio, non a caso era il delfino di Indro Montanelli...

CARTA CANTA
Dall'Espresso di venerdì 13 giugno 2014 

In attesa della mirabolante legge anticorruzione targata Renzi, che al solo annuncio ha fatto saltare un anno di lavori parlamentari su quella targata Grasso, quindi campa cavallo, può essere utile rammentare al premier che cosa prevede quella targata Severino. Che risale appena al 31 dicembre 2012, appena 16 mesi fa. Al governo c'era Monti, sostenuto dagli stessi partiti che ora appoggiano – palesemente od occultamente – il governo Renzi. Partiamo dai buchi. Non c'era il falso in bilancio: Berlusconi non voleva, e nemmeno Alfano che era ancora il suo cameriere. Non c'era l'autoriciclaggio, previsto dalla convenzione di Strasburgo sottoscritta dal governo italiano nel lontano 1999 e mai tradotta in legge: Berlusconi non voleva, e nemmeno Alfano per i motivi di cui sopra.
C'era, purtroppo, lo spacchettamento della concussione, che restava tale e quale “per costrizione” (la forma più violenta e più rara), mentre quella “per induzione” (cioè con lusinghe o velate minacce: la più diffusa fra politici e pubblici amministratori) diventava un reato minore, con pene più basse e prescrizione più breve. Una porcata “ad personas” voluta da Pdl e Pd per salvare almeno due “personas”: il Caimano nel processo Ruby (dove, almeno in tribunale, non si salvò) e Filippo Penati nel processo per le mazzette rosse a Sesto San Giovanni. C'erano i nuovi reati di corruzione fra privati e di traffico di influenze illecite, ma con pene così basse da garantire ai colpevoli la prescrizione o almeno l'esenzione dalla galera. Ora Renzi, molto “turbato” dagli scandali Expo e Mose, avverte che “il problema non sono le regole, ma i ladri”. Poi però annuncia di voler cambiare le regole, e così radicalmente da far saltare il testo Grasso (già pronto per essere votato ed emendato, anche dal governo, alla Camera), per ricominciare daccapo con una legge tutta sua. E spera che gliela approvino gli stessi partiti che un anno e mezzo fa votarono e svuotarono la Severino. Auguri. Anche perchè, in materia di corruzione, il premier mostra di avere le idee piuttosto confuse.
Lo slogan di cui più si bea (peraltro copiato da Antonio Di Pietro) è quello del “Daspo per i corrotti”, che in un'escalation verbale e verbosa promette di “mandare a casa a calci nel sedere” e addirittura processare “per alto tradimento”.
Poi ci sono i superpoteri per l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone. Se si informasse un po' meglio prima di parlare, Renzi saprebbe che ciò che annuncia come una sua idea geniale è già previsto dalla legge Severino (e in parte da quella precedente): per esempio, il Daspo per i “ladri”, cioè il loro allontanamento dalle cariche pubbliche. I parlamentari decadono e diventano ineleggibili in caso di condanna definitiva a più di 2 anni (primo utilizzatore finale Berlusconi). Invece i presidenti, gli assessori, i consiglieri regionali e provinciali, nonché i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali perdono la carica per molto meno: una condanna in primo grado (com'è accaduto al governatore calabrese Scopelliti) o un provvedimento restrittivo (com'è appena capitato al sindaco veneziano Orsoni). Siccome Renzi si ostina a considerare “ladri” solo quelli condannati in Cassazione - tant'è che si tiene al governo un sottosegretario rinviato a giudizio (Bubbico) e tre indagati (Barracciu, Del Basso De Caro e De Filippo), e ha fatto eleggere europarlamentari alcuni inquisiti e un rinviato a giudizio (Soru, per evasione fiscale) – si può dire che la Severino è stata molto più severa di lui. Restano i poteri dell'Anac (l'autorità di Cantone) e la revoca degli appalti alle imprese che pagano tangenti: anche quelli sono già previsti in lungo e in largo nella Severino, rispettivamente agli articoli 1-2 e 17. Solo che sono rimasti lettera morta perchè i governi Monti, Letta e Renzi si sono dimenticati di approvare i decreti attuativi. Ricapitolando. Il Daspo per i politici e gli imprenditori fuorilegge c'è già, ma Renzi non lo sa. E, se Cantone è senza poteri, è anche colpa di Renzi. Speriamo che ora nessuno lo prenda a calci nel sedere.

di Marco Travaglio

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