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Video #Sasà Striano

 Condivido sul blog il video di Sasà Striano.

Ascoltare, il video, nella sua interezza, ha una quantità, di spunti di riflessione non indifferenti.

ecco qualche informazione in piu' su di lui

https://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Striano

://www.mymovies.it/persone/salvatore-striano/163756/


Musica - Intervista a Riccardo Muti

Indico un'interessante intervista fatta a Riccardo Muti

https://www.corriere.it/cronache/21_giugno_27/riccardo-muti-mi-sono-stancato-vita-direttori-gesticolano-studiano-poco-21e561d2-d6b0-11eb-94c4-73c6504e8d78.shtml

Di seguito qualche breve stralcio

...

Lei ne compie ottanta tra un mese.

«E mi sono stancato della vita».

Perché dice questo?

«Perché è un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo. Come nel Falstaff: “Tutto declina”».

...

Chi ha dato la migliore definizione della musica?

«Dante. Paradiso, canto XIV: “E come giga e arpa, in tempra tesa/ di molte corde, fa dolce tintinno/ a tal da cui la nota non è intesa,/ così da’ lumi che lì m’apparinno/ s’accogliea per la croce una melode/ che mi rapiva, sanza intender l’inno”. La musica è rapimento, non comprensione. Critici musicali, tutti a casa! Non c’è niente da comprendere. Come diceva Mozart, la musica più profonda è quella che è tra le note o dietro le note».

...

Quindi non è stato un brutto lockdown.

«A parte lo studio, è stato orribile. La disumanizzazione si è fatta ancora più profonda. La mancanza di rapporti umani è terrificante. Entri al ristorante e vedi al tavolo cinque persone tutte chine sul loro smartphone... Io non lo posseggo e non lo voglio. Me ne hanno dovuto dare uno, per entrare in Giappone, ma non sono riuscito ad accenderlo. 

Dario Fo - ‘Reputescion': “Benigni? Si adatta in base a ciò che può ricavare, imbarazzante”

Dario Fo a ‘Reputescion': “Benigni? Si adatta in base a ciò che può ricavare, imbarazzante”

“Per Roberto Benigni ho avuto sempre un grosso affetto e stima, ma ultimamente si è messo in una condizione di non poterlo più seguire. Lui dice e stradice concetti che poi brucia, contamina, ti mette in imbarazzo. Conoscendolo dall’origine è molto cambiato. Annulla quello che fatto per anni. Si adatta al meglio da ciò che può ricavare da un atteggiamento o una definizione politica o sociale”. Così il Premio Nobel Dario Fo, ospite della prima puntata della nuova edizione di ‘Reputescion’ il programma condotto da Andrea Scanzi in onda questa sera giovedì 18 febbraio alle ore 22 su La3 (Sky canale 163, streaming su www.la3tv.it e App La3 e su Smart TV). Guarda la clip integrale di anticipazione per ilfattoquotidiano.it

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/02/18/dario-fo-a-reputescion-benigni-si-adatta-in-base-a-cio-che-puo-ricavare-imbarazzante/481762/

Film - L'intervista Postuma ad Alberto Sordi

Alberto Sordi, 12 anni dopo Roma dimentica
Sono sempre stato un grosso estimatore di Alberto Sordi (penso di non essere ovviamente l'unico in Italia che la pensi così) per vari motivi (non solo cinematografici) tra cui anche del suo modo di essere nel privato e piccole perle che anche lui ogni tanto indicava nelle conversazioni.

Per questo menziono la seguente intervista del 1989:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/24/crisi-allitaliana-albertone-aveva-capito-tutto-prima-di-tutti/510887/

Ecco qualche stralcio d'intervista che metto in evidenza, comunque quanta saggezza in poche frasi:

Descrivendo l’Italia attraverso Roma e Roma attraverso i suoi occhi, Sordi formulò la sua profezia sulla globalizzazione, la scomparsa del ceto medio, il declino italiano: “Sembra che famo a gara a chi magna de più, ci bombardano di pubblicità televisiva, che io la vieterei, e tutti a consuma’, vedi ’ste trattorie piene di culoni che magnano…Ma che te magni? Io magno un supplì e me basta. No, dice, siccome tu sei ricco di supplì ne magni dieci. Ah, sì? Allora guarda, io so’ ricco davero, ma non è che quando entro in trattoria, siccome c’ho i soldi, magno tutto quello che c’è. Vedi ‘sto goccetto de vino? Mi basta per essere felice. E invece no, dice, siccome sei ricco te bevi tutta ’a botte. Anzi no, te compri la vigna”.

Ecco il consumismo che negli anni 80 ci trascinava verso il gorgo della globalizzazione: “Importiamo un sacco di carne anche se sappiamo che ci fa male. Prima la mangiavamo la domenica, ce se faceva il sugo. Adesso il pupo non mangia lo spezzatino, vuole il filetto, e importiamo il filetto. E tutti a spendere. Ma state attenti, non c’è niente di peggio che diventare poveri dopo essere stati ricchi”.

“Agli italiani vorrei dire questo: stiamo attenti, non diamoci alla pazza gioia, che se domani si mette male… Quando andai a prendere la cittadinanza onoraria a Kansas City poi arrivai fino a Hollywood e vidi Ramon Novarro che per campare faceva la comparsa. Ahò, e Oliver Hardy e Stan Laurel, lo sai? So’ morti in un ospizio per poveri. Tornare poveri è orribile. State attenti, può succedere”.

Tecnologia - CFO di Google lascia

Ho trovato questo interessante articolo che riassume brevemente come mai CFO di Google pensa di girare pagina. Nessuna pensa che abbia detto tutta la verità ma tale intervista da degli interessanti spunti di riflessione:

http://www.italiansinfuga.com/2015/03/11/il-cfo-di-google-si-licenzia-per-passare-piu-tempo-con-la-famiglia/

Riporto la sua spiegazione (e invito caldamente ad andare aldilà del “facile per lui con tutti i soldi che ha….”)
Eccone una traduzione grossolana.
Dopo quasi 7 anni come CFO (Chief Financial Officer), lascerò Google per dedicare più tempo alla mia famiglia.
Sì, so che avete già sentito questa giustificazione [usata molto in ambito lavorativo anglosassone come motivazione da chi non viene ‘licenziato’ ufficialmente ma in pratica sì…. ndr].
Dedichiamo molto ai nostri lavori.
Io di sicuro l’ho fatto.
Non sono alla ricerca di commiserazione, voglio condividere il mio pensiero perché molte persone fanno fatica a raggiungere il giusto equilibrio tra la carriera e la sfera personale.
Questa storia inizia lo scorso autunno.
Un mattino molto presto lo scorso Settembre, dopo aver scalato per tutta la notte e mentre ammiravamo l’alba dal tetto dell’Africa, il monte Kilimangiaro.
Tamar (mia moglie) ed io non ci stavamo solo godendo la vetta ma potevamo vedere, grazie ad una giornata limpidissima, in lontananza, le pianure del Serengeti e tutte le possibili avventure che l’Africa è in grado di offrire.
E all’improvviso Tamar disse “Hey, perché non continuiamo? Esploriamo l’Africa e poi puntiamo verso est e verso l’India, è solo accanto, e siamo già qua. Poi, continuiamo a viaggiare: Himalaya, Everest poi Bali, la Barriera Corallina… Antartide, andiamo a vedere l’Antartide!?”
Mi ricordo che risposi in modo prudente da tipico CFO: “mi piacerebbe continuare a viaggiare ma dobbiamo tornare. Non è il momento giusto. C’è così tanto da fare a Google, con la mia carriera, così tante persone che fanno affidamento su di me/noi…”
Ma poi lei chiese “e quindi quando sarà il momento giusto? Il nostro momento? Il mio momento?”
La domanda rimase sospesa nella fredda aria mattutina africana.
Un po’ di settimane dopo ero felicemente tornato al lavoro ma non potevo dimenticarmi LA domanda: quando è il momento giusto per noi per continuare a…. ?
Iniziò così una riflessione sulla mia/nostra vita.
Grazie a numerose ore di bicicletta lo scorso autunno (il mio posto preferito da introverso) sono arrivato a poche ma ovvie verità:
Primo. I figli hanno lasciato casa.
Due sono all’università, un altro è già laureato e lavora presso una start-up in Africa. Sono persone stupende delle quali siamo veramente fieri.
Tamar merita la maggior parte del riconoscimento.
Ha fatto un lavoro meraviglioso. Semplicemente meraviglioso.
La verità è che per noi due non ci saranno più macchine incrostate di cereali per la colazione, notti in bianco a causa di infezioni alle orecchie, partite di hockey alle 6 del mattino.
Non siamo più necessari a nessuno.
Secondo, quest’estate sto per completare 25-30 di lavoro pressoché continuo (a seconda di come si vuole conteggiare l’esperienza lavorativa).
Ho sostenuto un ritmo frenetico per oltre 1500 settimane.
Sempre allerta anche quando in teoria non dovevo esserlo.
Soprattutto quando non dovevo esserlo.
E ammetto la mia colpa: adoro il mio lavoro (anche ora), i miei colleghi, gli amici, le opportunità per cambiare il mondo.
Terzo, quest’estate Tamar e io festeggeremo il nostro venticinquesimo anniversario.
Quando gli amici dei nostri figli chiedono loro quale è la chiave per il successo del nostro matrimonio, scherzano che abbiamo passato così poco tempo insieme ed “è un po’ presto per dire” se effettivamente il matrimonio avrà successo.
Se solo sapessero quanti stupendi ricordi già abbiamo insieme. Di sicuro ne voglio di più e lei se ne merita di più, molti di più.
La semplice verità è che non trovavo un buon motivo per dire a Tamar che dovevamo aspettare ancora prima di prendere lo zaino e iniziare a viaggiare, festeggiare i nostri 25 anni insieme e gustarci una crisi esistenziale di mezza età piena di beatitudine e lasciare la porta aperta alle opportunità che il fato ci presenterà dopo che il viaggio e l’avventura finiranno.
Lavorare per Google è un privilegio assoluto.
Ho lavorato con i migliori al mondo e so che sto lasciando Google in ottime mani.
Ho fatto tantissime amicizie a Google.
Larry, Sergey, Eric, grazie per la vostra amicizia.
Vi sarò sempre grato per consentirmi di essere me stesso, per la vostra fiducia, il vostro calore, il vostro supporto e per la tante risate durante i bei tempi e durante i tempi meno belli.
Giusto per chiarire, sono ancora qui. Voglio fare una transizione durante i prossimi mesi ma solo dopo avere trovato un/a CFO con le giuste caratteristiche e aiutare lui o lei durante una transizione che richiederà tempo.
In fin dei conti, la vita è meravigliosa ma richiede compromessi, in particolare tra la sfera lavorativa e quella personale.
Fortunatamente ho raggiunto una fase della mia vita dove non devo più compiere difficili scelte. E di ciò sono veramente grato.
Carpe diem.
Patrick

Filosofia - Mauro Corona al Salone Internazionale del Libro di Torino 2013 :"Mai più a questi vascelli di carta"


Mauro Corona presentazione del libro "20 racconti allegri e uno triste e confessioni ultime"
Corona torna ai suoi lettori con un libro di racconti dedicato alla gente semplice della sua terra, negli anni '50 e '60. E nelle sue libere confessioni cerca di restituisce il loro valore originario a parole come libertà, silenzio, memoria, corpo, fatica, amore, amicizia, dolore

Politica - Intervista a Mario Monicelli e la rivoluzione - Servizio Pubblico





La speranza è una trappola inventata dai padroni, io spero in qualcosa che non c'è mai stata in Italia, una bella rivoluzione". Iniziamo questo 2012 con un piccolo regalo che apprezzerete sicuramente: l'intervista integrale a una delle voci più coraggiose della cultura italiana, Mario Monicelli. Era il 19 marzo del 2010, pochi mesi prima dalla scomparsa del grande regista, e fu registrata in occasione della trasmissione evento Rai per una Notte.

Il padre di tutti gli indignati ci regala un punto di vista spietato sulla cultura, sulla televisione e sulla politica del nostro tempo.

web: http://www.serviziopubblico.it