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Psicologia #Assertivita'

 L'assertività si definisce cosi':

  1. Sapersi esprimere senza ansia, difendere i propri diritti, rispettando i diritti altrui.
  2. Saper evitare i condizionamenti.
  3. Saper scegliere nelle varie situazioni la reazione o l’iniziativa più efficace.
  4. Consapevolezza delle conseguenze del proprio comportamento.
  5. Utilizzare aggressività o passività, quando conviene .
L’assertività si ottiene con un lavoro impegnativo e personale su se stessi per superare ansie, collere e insicurezze. Le due capacità da sviluppare sono: 


1) SAPER ASCOLTARE      e  2) SAPERSI ESPRIMERE

1) ASCOLTO ATTIVO, INTELLIGENTE:

Capire lo stato d’animo dell’altro, senza farsi coinvolgere emotivamente
Manifestare interesse con comunicazioni verbali e non, contatto visivo, no interruzioni etc..
Fare domande chiedere da medico di famiglia (per approfondire), non da giornalista
Riassumere & Parafrasare i punti chiave dell’altro, i concetti pregnanti della sua esposizione
Esprimere intesa “rimandare” conferme (..se ho ben capito lei ha detto che...provo a riassumere..)

2)  ESPRESSIONE APERTA, DIRETTA, ARGOMENTI, non sfoghi incontrollati:

Fare richieste (diritto di chiedere e rispetto dell'eventuale rifiuto)
Prendere tempo, se necessario per evitare condizionamenti
Saper dire di no: non dire sì senza convinzione, non strumentalizzare, non farsi condizionare
Usare una concisa formula di rifiuto e ripeterla più volte se necessario (disco rotto)
Reagire all'aggressività: ascoltare l'altro senza ostilità né sottomissione, limitare il conflitto 
Manifestare apprezzamenti positivi e incoraggiamenti,  il più possibile
Affrontare le critiche (vedi schema critiche vedi sotto )
Rimproverare con arte (vedi critiche costruttive vedi sotto )


CRITICA DISTRUTTIVA

Ö     Si focalizza sulla persona

Ö     Tende ad etichettare

Ö     Generalizza  (.. sempre.. mai..)

Ö     Discute sul passato

Ö     Atteggiamento punitivo

Ö     Provoca difese

CRITICA COSTRUTTIVA

Ö     Si focalizza sul problema

Ö     Non critica la persona, ma un avvenimento

Ö     È specifica

Ö     Atteggiamento formativo

 ü  Offre sostegno

 ü  Offre proposte per il futuro

Critica costruttiva
(
sequenza esemplare per criticare in modo costruttivo)

1) Io sono “così”, provo “questo

(si apre in in prima persona)

2) perché tu hai fatto questo”, con queste conseguenze

(analisi problema)

3) cosa proponi di fare ?

(proposta per il futuro)


4) saluto empatico

(tocco leggero sulla spalla o sul braccio)


Salute #Il training autogeno

Riprendo la definizione da Wikipedia:

Il training autogeno (TA) è una tecnica di rilassamento di interesse psicofisiologico, usata in ambito clinico nella gestione dello stress e delle emozioni, e nei disturbi psicosomatici. Viene impiegata anche in altri ambiti quali lo sport e, in generale, in tutte quelle situazioni che richiedono il raggiungimento di un alto livello di concentrazione mentale.

La pratica del training autogeno ha tra le sue finalità un maggior controllo dello stress, dell'ansia, una riduzione generale della tensione emotiva e il recupero delle energie,

Il training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, asma, ipertensione, attacchi di panico e in tutte quelle patologie dove l'aspetto psicosomatico sia rilevante. Ma il TA ha un ruolo positivo anche in molti altri contesti: in particolare, per atleti e sportivi in genere, in quanto favorisce il recupero di energie, permettendo una migliore gestione delle proprie risorse. Migliora inoltre la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. È importante sapere che, nel training autogeno, il rilassamento non è la cosa principale, ma è un "effetto collaterale" del mutato equilibrio psicofisico.

Gli esercizi si attuano in una di queste tre posizioni a scelta: posizione sdraiata, in poltrona e del cocchiere a cassetta. 

Gli esercizi sono di due tipi: "basilari" e "complementari".

I basilari sono:

  • esercizio della pesantezza: produce uno stato di distensione muscolare (di rilassamento dei muscoli striati e lisci);
  • esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno.

I complementari sono:

  • esercizio del cuore: agisce sulla funzionalità cardiaca e consolida lo stato di rilassamento ottenuto;
  • esercizio del respiro;
  • esercizio del plesso solare;
  • esercizio della fronte fresca.

La sequenza sopra esposta è quella indicata da Schultz.

 Le tecniche di rilassamento come ad es. il Training Autogeno nascono per raggiungere il totale rilassamento psichico e fisico tramite una serie di esercizi da svolgere mentalmente. Facili esercizi senza ginnastica che coinvolgono il pensiero, ripetendo alla mente alcune semplici frasi con la massima concentrazione. Le parole susciteranno sensazioni fisiche come pesantezza, calore, o freschezza che permetteranno di raggiungere uno stato di calma psichica e di rilassamento muscolare.

Gli esercizi si effettuano in modo differenziato e possono, all’occorrenza, essere in parte personalizzati  a seconda  delle varie esigenze. Si realizzano in un setting composto da ambiente accogliente, in luogo lontano da stimoli sonori o visivi, in penombra o con luci regolabili per le varie fasi di realizzazione degli esercizi. L’abbigliamento non necessita di alcuna particolarità;  l’ importante che non sia costrittivo.

Le attività di rilassamento si effettuano sdraiati in posizione “supina”, oppure seduti “in poltrona” o in posizione “a cassetta”, detta anche “del cocchiere”

L’utilizzo e la padronanza (nel tempo) delle varie tecniche, permette di svolgere l’allenamento stando comodamente sdraiati a letto, seduti nella poltrona di casa, in un momento di pausa in ufficio, o in una qualsiasi area d’attesa o in un qualsiasi altro posto (anche su uno sgabello o su un sasso) che abbia un minimo di requisiti sufficienti per stare 10 minuti in tranquillità, avendo uno spazio minimo di privacy personale. Gli esercizi sono sconsigliati naturalmente quando si è alla guida di automezzi o mentre si stanno facendo azioni che richiedono una particolare attenzione.

Gli esercizi sono qui ben esplicati ed ometto nel fare semplici copia ed incolla

https://www.ernandes.net/training%20autogeno/index.htm

Psicologia - L'esperimento dei mashmallows & Assertivita' & Empatia

Mi ha sempre colpito, negli anni, la seguente sezione, del libro sull'Intelligenza Emotiva (vedasi fine articolo).

Sono nozioni di cui, inconsciamente, ho sempre avuto nel mio DNA ben presente ma, trovare conferma, scientificamente parlando, e' stato comunque gratificante:

"... un’altra capacità fondamentale legata all’intelligenza emotiva: quella di resistere agli impulsi e rimandare la gratificazione. Goleman cita come supporto il famoso esperimento dei mashmallows ( caramelle gommose).

Nel corso dell’esperimento, a dei bambini era stato chiesto di scegliere tra una caramella subito e due caramelle se avessero aspettato un po’. Solo il 30% dei bambini era riuscito a resistere all’impulso di mangiare la caramella immediatamente. Ebbene Shoda, Mischel e Peake (gli autori dello studio) scoprirono, seguendo questi bambini nel tempo, che quel 30% che era riuscito a resistere all’impulso di mangiare subito una caramella aveva ottenuto migliori risultati nello studio e nella vita.  ..."

Estrapolato dal libro "Intelligenza emotiva" di Daniel Goleman" (acquistabile on line)

https://lucasadurny.com/intelligenza-emotiva/

che ho scoperto grazie al libro regalatomi tanti anni fa da Luigi Mosconi (vedasi link a suo libro)

INFINE

Invito a dare una scorsa veloce circa al concetto d'empatia a cui aggiungerei (secondo me) il termine assertivita' (che scoprii, nel dettaglio, in un "training")
Sono strumenti molto importanti (in ogni ambito tra cui il lavoro, educazione figli, rapporti interpersonali, nella vita di coppia etc. etc.)

Assertivita'

https://www.unobravo.com/post/assertivita-e-comportamento-assertivo

Intelligenza emotiva

https://lucasadurny.com/intelligenza-emotiva/

BLOG ARTICOLI

Libri - Goleman "Essere Leader"

Tecnologia - ... e tecniche di concentrazione

[update 2024.03.20]


indico un sito web, interessante:

https://www.efficacemente.com/

ecco invece, alcuni articoli, del precedente sito che trattano, anche marginalmente, l'argomento assertività
https://www.efficacemente.com/?s=assertivitalink

P.S. per limiti di tempo ho preso spunto dal seguente articolo senza stare tanto a "ricamarci" sopra.




Psicologia - BBS - Behavior Based Safety

Ho sempre conosciuto l'acronimo BBS in termini informatici

Ho scoperto, recentemente, per caso che, BBS, sta anche per "Behavior Based Safety" consiste nell'approccio alla sicurezza, soprattutto in ambito aziendale, con approccio positivo e premiante invece di un approccio negativo e punitivo.

In tal modo, e' stato dimostrato, che la sicurezza aziendale e gli incidenti sono diminuiti.

Ecco una presentazione, anche se lunga, puo' dare degli ottimi spunti anche per la vita privata.

https://www.necsi.it/files/read/2340-il-corso-bbs-necsi.pdf

Notizie - CyberBullismo, uso della tecnologia e cellulare per bambini ed adolescenti

Alla luce dell'evento, a cui ho partecipato:

https://www.abeautifulmind.it/2022/02/eventi-preadolescenti-e-adolescenti-al.html

Segnalo alcuni articoli forniti dalla polizia postale per una navigazione sicura on line, cyberbullismo ed uso del telefonino

Cyberbullismo: consigli per i genitori

https://www.commissariatodips.it/da-sapere/per-i-genitori/cyberbullismo-consigli-per-i-genitori/index.html

Navigazione sicura per bambini (6-10 anni) Rischio online: quando fare attenzione

https://www.commissariatodips.it/da-sapere/per-i-genitori/navigazione-sicura-per-bambini-6-10-anni-rischio-online-quando-fare-attenzione/index.html

Navigazione sicura per adolescenti (11-17anni) Rischio online: quando fare attenzione

https://www.commissariatodips.it/da-sapere/per-i-genitori/navigazione-sicura-per-adolescenti-11-17anni-rischio-online-quando-fare-attenzione/index.html

Uso sicuro del telefonino di tuo figlio

https://www.commissariatodips.it/da-sapere/per-i-genitori/uso-sicuro-del-telefonino-di-tuo-figlio/index.html

Segnalo anche il seguente cortometraggio sul CyberBullismo


 Ed il mini-film “La Stanza” promosso dalla polizia di stato per parlare del tema.

https://www.poliziadistato.it/articolo/13601e740a8a640032339906

https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2021/02/La-stanza-corto-sul-cyberbullismo-con-Michele-Placido-e-Nicoletta-Romanoff-70f18980-636b-414b-9334-24a2e98d5dd2-ssi.html


Il file e' visionabile, su Rai Play, gratuitamente (basta registrarsi)

https://www.raiplay.it/programmi/lastanza-theroom

[update 2025.02.28]

segnalo quest'interessante articolo che conferma quello che, il buon senso, gia' diceva ( e confermava) da decenni sugli effetti deleteri, della tecnologia, sui giovani

https://www.ilsole24ore.com/art/l-uso-precoce-smartphone-e-social-abbassa-rendimenti-scolastici-studio-italiano-AGFcKyzC

Psicologia - L'abuso dei tempi moderni

Interessante articolo che introduce degli interessanti spunti di riflessione.

In particolare per i bambini che, sembra, nella nostra societa' siano quasi sempre con problemi. Quello che una volta era considerato un monello/casinista adesso e' quasi sempre un bambino con problemi grossi etc etc:

http://www.corriere.it/cronache/17_ottobre_21/dsa-o-iperattivi-forse-solo-monelli-bambini-malati-immaginari-troppa-diagnostica-neuropsichiatrica-fdd1bae4-b5b0-11e7-8b79-fd2501a89a96.shtml

Filosofia - i vantaggi di essere onesto visto dal punto di vista della psicologia/scienza

Interessante ricerca scientifica che identifica cosa faccia l'onesta', come comportamento, al nostro fisico.

Una ricerca che ci da un po' di speranza per "Resistere"

Laricerca, effettuata dall'University of California “Scienze of Honesty”, ha dimostrato che davanti ad una proposta equa, onesta, nel nostro cervello si scatena la stessa reazione che abbiamo di fronte ad un piatto del nostro cibo preferito o quando vediamo un bel volto oppure vinciamo, inaspettatamente del denaro.

1) Una solida autostima

2) Una buona salute fisica e mentale

Dire la verità aumenta il livello di benessere fisico e mentale; al contrario, comportamenti non onesti finiscono per creare disagi e malessi: (mal di testa, il male alla gola, lo stress e gli sbalzi dell'umore)

3) Un linguaggio chiaro ed esplicito (diretto e chiaro)

4) Corrispondenza tra parole e azioni (coerenza)

5) Maggior fiducia nel prossimo (quello che facciamo/pensiamo degli altri è semplicemente un riflesso di quello che inconciamente pensiamo di noi stessi)

[Articolo originale]

http://www.greenme.it/vivere/mente-emozioni/23370-persone-oneste

Scienza - L'empatia insegnata a scuola

L'empatia, che è l'arte di andare oltre il nostro io e nel saper leggere le emozioni andando oltre le apparenze delle persone con cui abbiamo a che fare, è secondo me, ma anche in base a vari studi uno strumento importantissimo.

Se ne stanno rirendendo conto, finalmente, anche a scuola in cui constatano che è aumentato molto il narcisismo/egoismo nei bambini che li porta non solo ad avere problemi con gli altri ma anche a cadere in disturbi della nostra epoca, depressione, disagio e solitudine.

Ecco l'articolo completo

http://ischool.startupitalia.eu/education/56863-20160905-scuole-danesi-ora-empatia-felici

Colgo l'occasione per mettere in evidenza il seguente libro che ho letto per caso e prestatomi da una persona che conosco.

L'ho letto avidamente con nozioni banali ma interessanti:

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__intelligenza_emotiva.php?gclid=CM_i0s3kh9ACFeoW0wodslMDKg

https://it.wikipedia.org/wiki/Intelligenza_emotiva

Filosofia - Il senso di colpa ed i suoi effeti

E' provato scientificamente che, ad eccezione di casi limite dei grandi tiranni, che tutti hanno una coscienza del bene e del male e che il senso di colpa affiora e bussa nei modi piu' disparati.

Ho trovato questo trafiletto e lo estrapolo da questo libro.

http://www.amazon.it/Introduzione-corso-miracoli-Kenneth-Wapnick/dp/8834412753

E' un interessante trafiletto che indica uno dei motivi per cui i "cattivi" operano così:


Quello che facciamo con la colpa, questo senso di peccato e terrore che sentiamo, è far finta che non ci sia.Lo spingiamo semplicemente via dalla nostra consapevolezza, e questo spingere via è conosciuto come repressione o negazione.Semplicemente ne neghiamo l’esistenza a noi stessi. Il senso di colpa: la negazionePer esempio, se siamo troppo pigri per spazzare il pavimento, mettiamo lo sporco sotto il tappeto e poi facciamo finta che non ci sia; o uno struzzo impaurito che ficca la testa nella sabbia così da non dover affrontare né guardare ciò che lo sta terrorizzando tanto. Beh, questo non funziona per ovvi motivi. Il continuare a spazzare lo sporco sotto il tappeto lo renderà pieno di protuberanze e alla fine incespicheremo, mentre lo struzzo potrebbe farsi seriamente male se restasse nella sua posizione a testa in giù. Ma a un qualche livello sappiamo che la nostra colpa c’è. Così torniamo dall’ego e diciamo che «la negazione andava molto bene, ma devi fare qualcos’altro. Questa roba sta montando e io sto per esplodere. Per favore aiutami». E allora l’ego risponde: «Ho proprio la cosa che fa per te». 

[…] 

Proiezione: come l’ego ci rispondeProiezione significa molto semplicemente che prendi qualcosa da dentro di te e dici che in realtà non è lì: è fuori in qualcun altro. La parola stessa significa letteralmente buttare fuori, o scagliare via da o verso qualcun altro; e questo è ciò che noi tutti facciamo con la proiezione.Prendiamo la colpa o il senso di peccato che crediamo essere dentro di noi e diciamo: «In realtà non è dentro di me, ma è in te. Non sono io ad essere colpevole, sei tu il colpevole. Non sono io a essere responsabile per come mi sento miserevole e infelice: tu lo sei». Dal punto di vista dell’ego non ha importanza chi sia “tu”.All’ego non importa su chi proietti fintanto che trovi qualcuno su cui scaricare la tua colpa. Questo è il modo in cui l’ego ci dice che possiamo liberarci dalla colpa. 

[…]

Prendiamo i nostri peccati e diciamo che non sono in noi: sono in te. E poi interponiamo della distanza tra noi e i nostri peccati. Nessuno vuole stare vicino alla propria peccaminosità e così la prendiamo da dentro di noi e la piazziamo su qualcun altro, e poi bandiamo quella persona dalla nostra vita. Ci sono due modi fondamentali per fare ciò. Uno è di separarci fisicamente da un’altra persona; l’altro è di farlo psicologicamente. La separazione psicologica è in realtà la più devastante e anche la più sottile. Il modo in cui ci separiamo da qualcun altro, una volta che gli abbiamo messo addosso i nostri peccati, è di attaccarlo o di arrabbiarci con lui. Qualsiasi espressione della nostra rabbia – sia nella forma di un lieve fastidio o di furia intensa (non fa alcuna differenza: sono entrambe la stessa cosa) – è sempre un tentativo di giustificare la proiezione della nostra colpa, non importa quale sembri essere la causa della nostra rabbia.  La vera causa della rabbiaQuesto bisogno di proiettare la nostra colpa è la causa prima di tutta la rabbia. Non è necessario essere d’accordo con quello che gli altri dicono o fanno, ma nel momento in cui si fa l’esperienza di dare una risposta personale di rabbia, giudizio, o critica, è sempre perché si è visto in quell’altra persona qualcosa che si è negato in se stessi.In altre parole, si sta proiettando il proprio peccato e la propria colpa su quella persona e la si attacca lì. Ma questa volta non li si sta attaccando in se stessi: li si sta attaccando in quell’altra persona e si vuole fare in modo che quella persona stia il più lontano possibile. Ciò che si vuol fare in realtà è portare il proprio peccato il più possibile lontano da se stessi.   Tratto dal libro “Introduzione a un corso in miracoli” 

di Kenneth Wapnick   Kenneth WapnickIntroduzione a Un Corso In MiracoliIl testo fondamentale del nuovo millennio spiegato al grande pubblico - Con tutti i termini del glossarioMacro Edizioni        

Psicologia - Il Mal di Natale

Qualche mese fa avevo pubblicato un interessante post che menzionava un articolo/studio scientifico in cui risultava una forte correlazione tra l'aumento dei suicidi o depressione in concomitanza con le feste natalizie.

L'articolo completo ed articolo del blog qui:



http://download.kataweb.it/lescienze/media/pdf/M&C_2008.pdf

http://www.abeautifulmind.it/2015/04/psicologia-mal-di-natale.html
...
Un’indagine inedita rivela che il disagio di Natale non è legato all’eccesso di cibo o allo stress da regali, ma ha a che fare soprattutto con aspettative tradite e promesse mancate 

...

«La festa del bambino Gesù dovrebbe essere il modo per celebrare il bambino che c’è in ognuno di noi», osserva Renato Rizzi, medico e psicologo. Ma intorno alla festa si agitano altre emozioni: l’ansia per gli incontri indesiderati, il rimpianto per chi non c’è, il dovere di mostrarsi felici e anche quello di fare un bilancio dei mesi trascorsi e disegnare un catalogo di buoni propositi. E su tutto, inevitabile, lo stress. «Gli studi sulla relazione tra stress e depressione inseriscono il Natale tra gli eventi stressanti per gli stimoli emotivi legati a questa ricorrenza», spiega Stefano Pallanti, professore di psichiatria all’Università di Firenze. «Natale è la festa dell’amore, e non c’è sentimento più crudele dell’amore».
...
Si tratta di una ricorrenza planetaria, e oggi di un business planetario. Ma anche del periodo dell’anno in cui i nodi vengono al pettine. «Le festività possono concretizzare i nostri desideri, ma al tempo stesso generano un senso di perdita, perché scandiscono il passare del tempo e ci riportano alla mente gli eventi del passato», osserva lo psicoanalista newyorkese Leonard Shengold. «È il momento in cui rimpiangiamo l’infanzia felice che abbiamo perduto o non abbiamo mai avuto». 
...
 Se il sentimento predominante – 31 per cento del campione – è l’indifferenza, un altro 36 per cento esprime nell’ordine ansia, depressione, senso di colpa e in qualche caso perfino aggressività. «Per molti degli intervistati – osserva Rizzi – il Natale è un’occasione di incontri spiacevoli con parenti e amici, un obbligo cui si sfuggirebbe volentieri e che fa riemergere ansie, gelosie e rancori. Trasformando quella che dovrebbe essere una festa in una dolorosa resa dei conti». In questo scenario, la ricorrenza religiosa passa in secondo piano, mentre solo un 13 per cento del campione vede con favore la possibilità di trascorrere del tempo con le persone care. E anche la cerimonia dello scambio dei regali ha perso la purezza dell’elargizione senza corrispettivo simboleggiata dai doni dei Magi, «per generare ansie, rivalità e sensi di colpa», nota lo psicologo.
...
Hellen Bergen e Keith Hawton, del Centro di ricerca sul suicidio di Oxford, hanno rilevato che nel Regno Unito si nota una diminuzione dell’80 per cento dei suicidi tre giorni prima di Natale, cui fa riscontro un aumento del 100 per cento il primo giorno dell’anno. 
...
Analizzando 220.000 decessi in un arco di 12 anni, i ricercatori hanno individuato un picco di mortalità durante le feste natalizie. Che non può essere attribuito ai rigori della stagione invernale, perché i dati riguardano la California, dove le temperature sono abbastanza miti, e perché la mortalità aumenta a partire dal giorno del Ringraziamento – il quarto giovedì di novembre – fino a Capodanno e poi comincia a diminuire, mentre le temperature minime rimangono relativamente stabili per tutto il mese di gennaio. Come se non bastasse, questi dati sono stati confermati da uno studio nazionale su 53 milioni di decessi nell’arco temporale 1973-2001, coordinato da David P. Phillips, dell’Università della California a San Diego, e pubblicato sulla rivista «Circulation»: studio dal quale emerge un incremento di mortalità cardiovascolare del 4,6 per cento nel periodo che va dalla vigilia di Natale a Capodanno, e che inserisce di diritto le festività natalizie tra i fattori di rischio. Secondo Kloner, un fattore determinante è certamente lo stress emotivo, dovuto soprattutto alle interazioni spiacevoli con i familiari, senza dimenticare altri elementi come il maggior consumo di cibo e alcolici, gli sforzi fisici imprevisti oltre che – soprattutto per gli americani – l’abitudine di accendere camini che possono causare problemi respiratori dovuti al particolato

Psicologia - Qualche consiglio per i colloqui di lavoro

Essere molto gentili e disponibili, sapere ascoltare, ma soprattutto dimostrare senso dell’umorismo: quest’ultimo è, un po’ a sorpresa, uno degli elementi considerati strategici per il successo di una prima impressione in un incontro di lavoro in base a un sondaggio commissionato da  Crowne Plaza Hotel & Resorts. La catena alberghiera specializzata in viaggiatori business del gruppo InterContinental Hotels Group (IHG) ha anche commissionato a Jez Rose, comportamentista britannico, un tutorial con una serie di consigli per chi deve affrontare un colloquio di lavoro.

Piu' dettagli al seguente articolo

http://blog.pmi.it/13/11/2015/il-decalogo-per-il-successo-dellincontro-di-lavoro/

Libro - Smettila di Incasinarti

Interessante libro, lo consiglierei sicuramente a vari colleghi attuali/ex colleghi, parenti ed ex amici
 :-DDD

Google Libri anteprima

https://books.google.it/books?id=eJ2MuIyVPIAC&printsec=frontcover&dq=smettila+di+incasinarti+pdf&hl=it&sa=X&ved=0CDAQ6AEwAWoVChMI9vzZwMOYyQIVy1UaCh3_bwnE#v=onepage&q&f=false

Ecco l'anteprima del capitolo 1:

http://www.lascuolapossibile.it/customfiles/filesarticoli/155_338_Roberto%20Re%20capitolo1.pdf

"Non c'è alcun dubbio che l'esistenza di tutti noi si sia fatta più complicata. Il problema è che nella maggioranza dei casi siamo noi stessi, seppur inconsapevolmente, a incasinarla. Con questo libro Roberto Re svela i meccanismi psicologici che costituiscono le cause principali dei nostri casini. Con stile chiaro e pratico, l'autore descrive così le dieci situazioni-tipo di casino, offrendo per ognuna di queste le contromosse adeguate. L'obiettivo, nelle parole dello stesso Re, è quello "di pensare in maniera diversa, di desiderare qualcosa di più per te stesso, di reclamare il tuo diritto di nascita come essere umano: la felicità. Insomma, spingerti a fare qualcosa di diverso, per ottenere risultati migliori. Per te stesso. E scoprire che la vita, alla fin fine, è molto meno complicata di quello che si dice in giro".

Psicologia - Test psicologico on line di 68 domande

Per caso ho trovato nei segnalibri un link a questo test psicologico in 68 domande.

Colgo l'occasione di menzionarlo nel blog:

Di seguito una breve descrizione sulla teoria di Jung alla base di test ripresa dal loro sito web:

http://www.altamira.it/Test/Default.htm


La teoria di Jung si basa innanzi tutto sulla distinzione tra introversione ed estroversione. Nella nostra cultura il termine introversione tende ad avere un significato leggermente negativo. Non è così nella teoria junghiana. L’introversione non è né meglio né peggio dell’estroversione. Questa dimensione ha infatti a che fare con l’orientamento dell’energia psichica. Un introverso tende ad orientare la sua energia psichica verso il mondo interiore (pensieri ed emozioni) mentre l’estroverso orienta la sua verso il mondo esteriore (fatti e persone). Ciascuno di noi utilizza questi due orientamenti ma generalmente uno tende a prevalere sull’altro in maniera più o meno marcata. La prima finalità del test è di capire quale è il nostro orientamento prevalente. 

In secondo luogo, Jung distingue quattro funzioni psichiche che sono il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione. Ciascuna di queste funzioni ci consente di adattarci al mondo e alla vita. Il pensiero utilizza dei processi logici, il sentimento utilizza dei giudizi di valore, la sensazione percepisce i fatti e l’intuizione percepisce le possibilità presenti dietro i fatti. Queste quattro funzioni possono essere presentate con la seguente figura: 

Ciascuna funzione tende ad appoggiarsi ad una delle due funzioni che le stanno vicine ma non alla funzione che si trova ai suoi antipodi. Per esempio, la funzione pensiero si può appoggiare all’intuizione o alla sensazione, ma non al sentimento che rappresenta la sua funzione opposta. Le funzioni opposte hanno però un elemento importante in comune. La coppia Pensiero-Sentimento è, secondo Jung, di carattere razionale, mentre la coppia Intuizione-Sensazione è di carattere irrazionale.

In questo contesto, razionale significa che il pensiero e il sentimento sono delle funzioni giudicanti che si basano su dei principi (consci o inconsci). Il pensiero utilizza principi logici, il sentimento principi di valore. Mentre irrazionale significa che l’intuizione e la sensazione sono delle funzioni percettive che non si basano sul giudizio o su dei principi. La sensazione percepisce le cose, l’intuizione percepisce quello che sta dietro alle cose, senza giudizi, né logici né di valore. Questo parametro razionale-irrazionale o giudizio-percezione è di grande utilità perché consente di determinare la funzione predominante. Se per esempio in una persona prevale l’elemento percezione, sappiamo che la sua funzione dominante potrà essere l’intuizione o la sensazione ma non il pensiero o il sentimento. 

Naturalmente, ciascuno di noi possiede ed utilizza le quattro funzioni, ma c’è sempre una funzione che tendiamo ad utilizzare meglio o più frequentemente. E’ la nostra funzione predominante. La funzione numero due (l’altra funzione che usiamo meglio e più frequentemente) viene invece chiamata funzione d’appoggio.

Pedagogia - Il metodo Montessori

Maria Montessori
L’educazione Montessori è guidata da un obiettivo ambizioso: aiutare lo sviluppo del bambino verso un essere umano adulto, a proprio agio con se stesso, con la società e con l’umanità nel suo insieme.
L’approccio tradizionale di educazione, che prevale oggi, è concentrato sulla trasmissione di “blocchi prescritti” di conoscenza, l’approccio Montessori è invece focalizzato sul dare sostegno allo sviluppo naturale dell’essere umano.

http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_Montessori

Di seguito un libro che lo spiega:

http://www.amazon.it/gp/product/8895177592/ref=as_li_ss_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=24114&creativeASIN=8895177592&linkCode=as2&tag=babygreen-21

Psicologia - Mal di Natale


Ecco un interessante articolo .pdf che descrive bene come mai le dinamiche familiari influiscono molto sul come vivere il Natale in famiglia.

Copio ed incollo alcuni stralci, l'articolo completo al seguente link:

http://download.kataweb.it/lescienze/media/pdf/M&C_2008.pdf

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Un’indagine inedita rivela che il disagio di Natale non è legato all’eccesso di cibo o allo stress da regali, ma ha a che fare soprattutto con aspettative tradite e promesse mancate 

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«La festa del bambino Gesù dovrebbe essere il modo per celebrare il bambino che c’è in ognuno di noi», osserva Renato Rizzi, medico e psicologo. Ma intorno alla festa si agitano altre emozioni: l’ansia per gli incontri indesiderati, il rimpianto per chi non c’è, il dovere di mostrarsi felici e anche quello di fare un bilancio dei mesi trascorsi e disegnare un catalogo di buoni propositi. E su tutto, inevitabile, lo stress. «Gli studi sulla relazione tra stress e depressione inseriscono il Natale tra gli eventi stressanti per gli stimoli emotivi legati a questa ricorrenza», spiega Stefano Pallanti, professore di psichiatria all’Università di Firenze. «Natale è la festa dell’amore, e non c’è sentimento più crudele dell’amore».
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Si tratta di una ricorrenza planetaria, e oggi di un business planetario. Ma anche del periodo dell’anno in cui i nodi vengono al pettine. «Le festività possono concretizzare i nostri desideri, ma al tempo stesso generano un senso di perdita, perché scandiscono il passare del tempo e ci riportano alla mente gli eventi del passato», osserva lo psicoanalista newyorkese Leonard Shengold. «È il momento in cui rimpiangiamo l’infanzia felice che abbiamo perduto o non abbiamo mai avuto». 
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 Se il sentimento predominante – 31 per cento del campione – è l’indifferenza, un altro 36 per cento esprime nell’ordine ansia, depressione, senso di colpa e in qualche caso perfino aggressività. «Per molti degli intervistati – osserva Rizzi – il Natale è un’occasione di incontri spiacevoli con parenti e amici, un obbligo cui si sfuggirebbe volentieri e che fa riemergere ansie, gelosie e rancori. Trasformando quella che dovrebbe essere una festa in una dolorosa resa dei conti». In questo scenario, la ricorrenza religiosa passa in secondo piano, mentre solo un 13 per cento del campione vede con favore la possibilità di trascorrere del tempo con le persone care. E anche la cerimonia dello scambio dei regali ha perso la purezza dell’elargizione senza corrispettivo simboleggiata dai doni dei Magi, «per generare ansie, rivalità e sensi di colpa», nota lo psicologo.
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Hellen Bergen e Keith Hawton, del Centro di ricerca sul suicidio di Oxford, hanno rilevato che nel Regno Unito si nota una diminuzione dell’80 per cento dei suicidi tre giorni prima di Natale, cui fa riscontro un aumento del 100 per cento il primo giorno dell’anno. 
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Analizzando 220.000 decessi in un arco di 12 anni, i ricercatori hanno individuato un picco di mortalità durante le feste natalizie. Che non può essere attribuito ai rigori della stagione invernale, perché i dati riguardano la California, dove le temperature sono abbastanza miti, e perché la mortalità aumenta a partire dal giorno del Ringraziamento – il quarto giovedì di novembre – fino a Capodanno e poi comincia a diminuire, mentre le temperature minime rimangono relativamente stabili per tutto il mese di gennaio. Come se non bastasse, questi dati sono stati confermati da uno studio nazionale su 53 milioni di decessi nell’arco temporale 1973-2001, coordinato da David P. Phillips, dell’Università della California a San Diego, e pubblicato sulla rivista «Circulation»: studio dal quale emerge un incremento di mortalità cardiovascolare del 4,6 per cento nel periodo che va dalla vigilia di Natale a Capodanno, e che inserisce di diritto le festività natalizie tra i fattori di rischio. Secondo Kloner, un fattore determinante è certamente lo stress emotivo, dovuto soprattutto alle interazioni spiacevoli con i familiari, senza dimenticare altri elementi come il maggior consumo di cibo e alcolici, gli sforzi fisici imprevisti oltre che – soprattutto per gli americani – l’abitudine di accendere camini che possono causare problemi respiratori dovuti al particolato

Pensiero del giorno - La corsa e la perseveranza

Da questo articolo eviscero alcuni trafiletti e frasi interessanti

Vincere non significa finire al primo posto. Non significa battere gli altri. Vincere significa superare noi stessi. Superare il nostro corpo, i nostri limiti e le nostre paure. Vincere significa sorpassare noi stessi e trasformare i nostri sogni in realtà.

 (Kílian Jornet)
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Per chi fa sport (correre, bici...) , l’agonismo non è importante; c’è un solo avversario: te stesso. E’ la tua controparte pigra, rinunciataria, che non ha fiducia, quella che ti fa girare dall’altra parte al mattino o ti convince a rimanere a casa dopo una giornata di lavoro. E’ una lotta durissima, è un nemico implacabile perché conosce ogni tua debolezza; usa tutti i trucchi più sporchi e non ha nessun riguardo, sfruttando ogni occasione per farti lo sgambetto. Ma ogni volta che riesci a vincere tu la soddisfazione è tantissima. Hai presente le vignette di Paperino con l’angioletto e il diavoletto sulle spalle? E’ la stessa cosa. Alla fine sarai tu quello spietato, implacabile e determinato; con il tempo fiaccherai il tuo diavoletto, che ormai si limita a protestare debolmente (salvo tentare di pugnalarti alle spalle nei momenti più critici, lo stronzo).

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La psicologia ci dice che esistono due tipi di motivazione: intrinseca ed estrinseca. La motivazione intrinseca (o “interna”) si sperimenta quando ci “si impegna in un’attività perché la (si) trova stimolante e gratificante di per sé, e (si) prova soddisfazione nel sentirsi sempre più competente”, mentre quella estrinseca (o “esterna”) è quando ci “si impegna in un’attività per scopi che sono estrinseci all’attività stessa, quali, ad esempio, ricevere lodi, riconoscimenti, buoni voti o per evitare situazioni spiacevoli, quali un castigo o una brutta figura.”. Questo secondo tipo è meno efficace, quindi è importante che tu trovi la tua *vera* motivazione, quella che ti arriva da dentro è che è parte di te, quella che non si esaurirà tanto facilmente.

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La corsa ci insegna a continuare ad andare avanti, un passo alla volta, specialmente nei momenti più difficili.

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Puoi cercare la tua motivazione, puoi farti aiutare dagli altri, puoi cercare modi diversi per darti la carica, ma alla fine sei solo con le tue scarpe davanti alla strada, e nessuno può correre al tuo posto. E’ come la vita: puoi ricevere aiuto e conforto ma alla fine sei tu che la devi vivere, e nessuno può vivere al posto tuo. Avrai momenti belli e momenti brutti: ci sono ed è normale incontrarli; la cosa migliore che puoi fare è godere delle cose positive e imparare come fortificarti per affrontare le avversità che inevitabilmente incontrerai.

[fonte http://www.andreabeggi.net/2014/08/27/la-risposta-e-dentro-di-te-ed-e-giusta/]

Psicologia - le 51 forme che la mente può assumere

Dal seguente articolo estrapolo le 51 forme mentali che la persona può assumere:

http://zeninthecity.org/2013/10/30/le-51-forme-che-puo-assumere-la-mente/

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Le 51 formazioni mentali

Formazioni mentali universali
  • Contatto
  • Attenzione
  • Sensazione o sentimento
  • Percezione
  • Volizione
Formazioni mentali particolari
  • Intenzione
  • Convinzione, determinazione
  • concentrazione
  • Consapevolezza
  • Saggezza intuitiva, visione profonda
Formazioni mentali salutari
  • Fede
  • Rispetto di sé, dignità
  • Considerazione per gli altri
  • Libertà dai desiderio, non attaccamento
  • Libertà dall’avversione
  • Libertà dall’ignoranza, assenza di illusione
  • Diligenza, energia
  • Tranquiliità, agio
  • Accuratezza, coscienziosità
  • Equanimità
  • Non violenza
  • Non paura
  • Assenza di ansia
  • Stabilità, solidità
  • Gentilezza amorevole
  • Compassione
  • Gioia
  • Umiltà
  • Felicità
  • Libertà dalle preoccupazioni
  • Libertà / padronanza di sé
Formazioni mentali non salutari fondamentali
  • Brama, avidità
  • Odio, avversione
  • Ignoranza, confusione
  • Arroganza
  • Indecisione, sospettosità
  • Visione erronea
Formazioni mentali non salutari secondarie
Minori
  • Ira
  • Rancore, inimicizia
  • Dissimulazione
  • Malignità
  • Gelosia
  • Avarizia, egoismo
  • Falsità, inganno
  • Ipocrisia, dissimulazione
  • Desiderio di nuocere
  • Alterigia, boria
Medie
  • Mancanza di dignità
  • Mancanza di rispetto per gli altri
Maggiori
  • Irrequietezza, dispersione
  • Torpore, inerzia
  • Dubbio, mancanza di fiducia
  • Pigrizia
  • Negligenza
  • Smemoratezza
  • Distrazione
  • Mancanza di discernimento
  • Paura
  • Ansia
  • Disperazione
Formazioni mentali indeterminate
  • Pentimento
  • Sonnolenza
  • [generazione di] pensieri allo stato iniziale
  • [generazione di] pensieri concatenati e sviluppati

Salute - Televisione, scienza e Bambini

Interessante articolo che mostra gli effetti negativi della televisione sui bambini.

Direi che le info indicate sono piuttosto allarmanti:

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È stato tra l`altro dimostrato che esiste una correlazione stretta tra movimenti degli occhi e il pensiero. Se gli occhi del bambino rimangono immobili davanti alla TV, il pensiero viene represso e la ricettività ai comandi viene ampliata in maniera anomala: ed ecco che il fragile cervello del bambino viene condizionato in maniera irreparabile dalle pubblicità (studiate in modo approfondito da team di psicologi infantili)
Si vuole condizionare il bambino all`acquisto fin da subito e si creano le premesse per una dipendenza.


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Pochi sanno che quando un bambino (soprattutto se molto piccolo) viene esposto alla visione di uno schermo artificiale subisce una vera e propria lesione cerebrale: viene impedita infatti una sana conformazione del cervello e si creano danni a ciò che si chiama “meccanismo neuronale” che sta alla base della capacita` di attenzione e del controllo degli impulsi nervosi. La risonanza magnetica funzionale ci mostra chiaramente come il cervello di un bambino esposto alla TV si distingua in modo inconfondibile da quello di un bambino che non la guarda essendo attivate in maniera del tutto differente sia le zone del cervello che stanno alla base del pensiero logico sia quelle correlate con la creatività.
In poche parole, quando esponi tuo figlio alla TV lo rendi più stupido.
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La scienza ha dimostrato che il cervello sviluppa un sistema unico dalla nascita ai tre anni. A 2 anni il cervello di un bambino crea 2 milioni di connessioni neuronali al secondo! Tuttavia, se un bambino siede come ipnotizzato davanti allo schermo della TV, quelle vie neuronali non si creano e l’importante sviluppo del cervello rischia di fermarsi. Certo, sembra impossibile che qualcosa di così innocente come anche solo un cartone animato possa ledere tanto, ma questa è la realtà. Nella sua ricerca condotta su 2623 bambini tra gli 1 e 3 anni, il Dr. Christakis ha scoperto che quanto più i bambini più piccoli venivano esposti alla TV tanto più sviluppavano problemi di attenzione che possono essere diagnosticati all’età di 7 anni come ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività). Un lungo servizio su questo disturbo riporta che «sembra quasi impossibile, ma basta davvero poca esposizione alla TV per creare dei problemi al futuro di tuo figlio»."

"Tuo figlio si risveglia spesso di notte o fa gli incubi? Potrebbe essere causa della luminosità dello schermo: l`esposizione alla TV diminuisce il sonno perché riduce il livello di melatonina, un ormone prodotto durante la notte che migliora la qualità del sonno. Inoltre, la visione continua altera le cellule impiegate nel sistema immunitario e impoverisce la difesa contro le malattie ed il risanamento delle ferite"

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Tuo figlio si risveglia spesso di notte o fa gli incubi? Potrebbe essere causa della luminosità dello schermo: l`esposizione alla TV diminuisce il sonno perché riduce il livello di melatonina, un ormone prodotto durante la notte che migliora la qualità del sonno. Inoltre, la visione continua altera le cellule impiegate nel sistema immunitario e impoverisce la difesa contro le malattie ed il risanamento delle ferite. "

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Oltre a danneggiare in modo inequivocabile le connessioni neuronali del cervello, è stato dimostrato che l`esposizione alla TV in tenera età ha altre disastrose conseguenze:
Repressione delle Emozioni: uno studio effettuato dallo psicofisiologo Michael Myrtek su dimostra come i bambini più esposti agli schermi presentavano una forte attenuazione delle emozioni. Viceversa, chi guardava pochissimo la TV era più vivace e aveva rendimenti scolastici migliori e voti più alti. Johnson et al. in uno studio concluso nel 2002 hanno dimostrato che chi passa da bambino più di un`ora al giorno alla TV si distingue da adulto per un comportamento più aggressivo e violento.
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"L`Università Di Pittsburgh ha dimostrato che per ogni ora di televisione guardata dai bambini aumenta in modo significativo la probabilità di ammalarsi di un disturbo depressivo dopo sette anni. Lo studio è stato effettuato su 4142 bambini inizialmente non depressi."

"l’esposizione ai contenuti televisivi ha raddoppiato la probabilità di una gravidanza non voluta tra i 15 e i 20 anni. Lo studio comprende soggetti di entrambi i sessi."

"ha scoperto che ogni ora al giorno di televisione guardata tra 1 e 3 anni d’età aumenta in modo imponente la probabilità di sviluppare un disturbo da deficit d’attenzione/iperattività (ADHD) a 7 anni. Allo studio hanno partecipato 2623 bambini tra gli 1 e 3 anni."

http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/i-danni-della-tv-sul-cervello-dei-bambini.php