Tennis - Rino Tommasi

Il 9 gennaio 2025 e' venuto a mancare Rino Tommasi, giornalista e commentatore televisivo di primissimo ordine.

Sono sempre state memorabili le telecronache di tennis di Rino, insieme ad Ubaldo Scanagatta, Gianni Clerici e Roberto Lombardi

Condivido qui degli articoli a lui riferiti nonche' qualche video di Commiato in cui Ubaldo Scanagatta ne commemora la morte e la loro storia di amicizia e di collaborazione professionale:

https://www.ubitennis.com/?s=RINO+TOMMASI

https://www.ubitennis.com/blog/2025/01/09/il-commosso-intervento-del-direttore-scanagatta-a-sky-sport-24-per-ricordare-rino-tommasi-era-unenciclopedia-umana-video/

https://www.ubitennis.com/blog/2022/05/25/le-leggende-rino-tommasi-e-gianni-clerici-due-miti-per-due-opposti-che-si-attraggono/


Gianni Clerici raccontato da Scanagatta




Scanagatta racconta RINO TOMMASI  
 Ubaldo, Tommasi e Clerici sulle semifinali del Masters  
 Atp World Tour Finals 2010, London - Ubaldo, Tommasi e Clerici sulla finale Federer-Nadal

Film #Perfetti sconosciuti

 Le nuove tecnologie (in primis lo smartphone come strumento virale di massa) danno molte opportunita' allo stesso tempo sollevano dubbi molto importanti, in particolare per la privacy ed il pensare che, tutto sia lecito (soprattutto su internet) e che siamo "invisibili".
Non e' cosi' ed il film seguente, visto qualche anno fa, apre dubbi ulteriori:

"Un gruppo di amici storici scopre di non conoscersi affatto quando Eva, la padrona di casa, lancia una sfida: mettere tutti il cellulare sul tavolo e leggere gli sms e le chat o ascoltare telefonate dei presenti. Da un gioco innocente nato come un semplice passatempo, emergono segreti e bugie che mettono in forse amicizie e matrimoni."

Da WikiPedia


Libri - Dura solo un attimo la gloria...

Appunto sul blog il libro di Dino Zoff che ho letto e di cui, gia' da alcuni stralci della prefazione, si capisce lo "spessore".


"... Ho giocato a calcio per quarant'anni, di cui undici di fila, senza riposarmi mai, nemmeno per una domenica, nemmeno con la febbre e con gli acciacchi. Quarant'anni trascorsi con la faccia affondata nell'erba, o nel fango, o sulle righe di gesso dell'area di rigore, con gente pronta a staccarti la testa pur di arrivare un secondo prima di te su una palla. Qualche volta ho perso, più spesso ho vinto, ma questo non è così importante. Mi hanno chiamato mito, monumento, leggenda. Le mie mani sono finite in un francobollo commemorativo firmato da Guttuso. Ho giocato a scopone con Sandro Pertini, scherzato con Karol Wojtyla, viaggiato con Gheddafi, mi sono confidato con Gianni Agnelli. Ho conosciuto ladri, poeti, eroi, capi di stato, bancarottieri, alcolisti. E oggi, dopo tutto questo, posso dire che aveva ragione nonna Adelaide, friulana dura come il mogano ma dolcissima: 'È passato Napoleone che aveva gli speroni d'oro agli stivali, figurati se non passa anche il resto'. Tutto cominciò proprio con lei, a pensarci bene. In un pomeriggio qualunque di sessant'anni fa, a Mariano. Collezionavo foto sbiadite di portieri, strappate dai pochi giornali che arrivavano in paese, e sognavo di diventarlo anch'io. Ma ero mingherlino, crescevo poco, e per questo mi faceva mangiare uova ogni giorno. Poi quel pomeriggio si mise a giocare con me: tirava le prugne in aria e io dovevo prenderle al volo. Era un gioco per modo di dire: nelle case dei contadini, il cibo non si spreca, mai...

Quindi, se volevo continuare a giocare con lei, dovevo prenderle tutte. Iniziò così. E arrivò tutto il resto. Ma, soprattutto, sono arrivati gli uomini veri, quelli dritti e silenziosi come mio padre. Gaetano ed Enzo, Scirea e Bearzot, amici, fratelli, esempi. È a quegli uomini e all’intelligenza dei loro silenzi che penso ancora oggi, settant’anni e cento mestieri dopo. Succede ogni giorno, all’improvviso, quando mi capita di sentire il profumo dell’erba. Allora non riesco a domare un brivido, una nostalgia bellissima, istintiva. E mi dico che sì, aveva ragione mia nonna, la gloria dura un attimo solo. Ma certi attimi, se li sai coltivare, possono durare una vita intera.»

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Questa non è una biografia tradizionale, ma una piccola storia d'Italia narrata dal punto di vista unico di un monumento allo sport, Dino Zoff, un "italiano asburgico", taciturno e profondo, che ha attraversato mezzo secolo, incarnandone la voglia di farcela (anni '70 e '80), poi ponendosi come punto di riferimento mentre tutto vacillava ('90 e 2000), e, infine, osservando da lontano il crepuscolo di un'epoca che sembrava d'oro. Nelle sue parole, solitamente poche e scabre, si alternano personaggi di primo piano e fugaci comparse, eroi invincibili e uomini pavidi, protagonisti, più o meno consapevoli, della grande trasformazione sociale italiana. Sull'eterno sfondo verde di campi di calcio più o meno gremiti, vediamo così agitarsi i personaggi più vari. C'è Gianni Agnelli, cui è costretto a mentire quando all'alba, prima che lui si fosse alzato, lo chiamava al telefono: "'Che tempo fa, lì da voi, Zoff?', 'Sereno variabile, Avvocato'. Mica potevo dirgli che non avevo ancora aperto le finestre". C'è Luca Cordero di Montezemolo, la sua impreparazione e la sua smania di novità, che lo licenzia dalla "sua" Juventus. C'è Silvio Berlusconi e le sue accuse d'indegnità dopo gli Europei del 2000, alle quali Zoff reagì dando le dimissioni. Ma, soprattutto, c'è il costante pensiero, carico di tenerezza e nostalgia, ma anche di ammirazione, per gli uomini silenziosi che hanno caratterizzato la sua storia, i custodi di quella dote preziosa che caratterizza tutte le persone migliori: "il pudore delle parole". Dal padre, contadino di Mariano del Friuli, grande sacerdote di quell'antica religione della responsabilità tipica di certe zone così lontane dall'Italia, a Bearzot, il condottiero timido e testardo, e straordinariamente colto, passando per Scirea, l'amico amato e anche un po' invidiato, e il presidente Pertini, quello della partita a scopone in aereo di ritorno dalla Spagna, in quella fantastica notte del'82.

Di seguito alcune pagini leggibili su internet gratis...

https://www.google.it/books/edition/Dura_solo_un_attimo_la_gloria/5zp9BAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&pg=PT5&printsec=frontcover



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