Antonio di Pietro - 3 agosto 2011 - Berlusconi ci è o ci fa?


Signor presidente del Consiglio,
se non fossi in Parlamento direi “caro Silvio”. Glielo direi da allievo attento che ha ascoltato con attenzione la sua lezione. Non so se Lei aveva letto prima quello che ci ha letto in aula, ma glielo riassumo in pochissime battute. Lei ha detto: “La crisi globale c’è, ma l’Italia sta bene”. Lei ha detto che in Italia la ricchezza delle famiglie è maggiore e migliore che in altri Paesi. Lei ha detto che in Italia le imprese si trovano in una condizione di solidità e liquidità migliore che altrove. Lei ha detto che il governo italiano, presieduto da lei, è il più bravo del mondo e che i provvedimenti presi hanno consentito e consentono agli italiani di stare meglio di tutti gli altri. Ha detto infine che grazie a Lei il Paese è economicamente e finanziariamente più solido e più in sicurezza.
Caro Silvio, ma lei ci fa o ci è? Fino a che punto pensa di prendere in giro tutti gli italiani? Mi verrebbe da sorridere se non mi venisse da piangere, se non ci fossero un milione di cittadini e di famiglie italiane che stanno piangendo. Lei è una nuova Alice nel paese delle meraviglie o è il più grosso bugiardo della storia? Lei vive in un altro Paese, vive in un bunker, racconta un’altra storia.
Non so se lo sa, ma le voglio leggere un’agenzia fresca fresca che è stata appena pubblicata, di un noto comunista, il cui nome però lo dico dopo. Sono parole dette dopo il suo intervento: “E’ necessario avere una leadership più forte che ridia credibilità al Paese”. Cattivone!. Dice ancora: “Abbiamo un grande problema di credibilità del Paese, perché serve una leadership in grado di recuperare la coesione. Serve una leadership diversa. Il mondo non capisce la nostra confusione, non capisce cosa accade in Italia, e tutto ciò ci danneggia moltissimo. C’è chi ha compiuto anche scorrettezze mentre era al governo, nella sua vita quotidiana. In altri Paesi sarebbe stato costretto a dimettersi immediatamente. Invece da noi non succede nulla”.
Sa chi l’ha detto? Marchionne, mezz’ora fa. Sto comunista Marchionne! Ma tu capisci, caro Silvio? Deve porsi il problema, signor presidente del Consiglio, se anche un manager di quel genere le dice che Lei è fuori luogo e fuori posto. Questa è la verità.
Se non vuole ascoltare lui, ascolti questa lettera indirizzata a Lei e per conoscenza a tutti i parlamentari. Un gestore azionario di Londra di una delle più grandi società di gestione di capitali del mondo le ha scritto oggi una lettera. Lui evidentemente gestisce dei fondi, e scrive: “Le persone come me, che gestiscono le pensioni dei cittadini anche italiani, non credono più che la politica italiana abbia la capacità di risolvere i problemi del Paese. Con la conseguenza che, facendo gli interessi dei nostri clienti, ci troviamo costretti a vendere posizioni aperte sull’Italia, contribuendo nostro malgrado al profondo rosso sui mercati."
Non so se si è capito ma c’è una crisi mondiale come Lei dice, ma in Italia c’è una crisi nella crisi, e si chiama Berlusconi Silvio. Il problema è Lei signor presidente del Consiglio. E’ Lei che ha tolto credibilità al nostro Paese. E’ il suo governo che fa scappare gli investimenti azionari. E’ il suo governo che fa scappare quelli che devono lavorare nei mercati azionari. Lei è un problema per il Paese, e il fatto che non se ne accorge è ancora più grave. Non è che siccome Lei non se ne accorge i problemi si risolvono. I problemi ci sono eccome!
E allora cosa dobbiamo fare? Partire da questa realtà, dalla realtà per cui nonostante Lei, noi dobbiamo disfarci politicamente di Lei. Gli italiani si devono disfare politicamente di Lei. Certo, lo dovrebbe fare questo Parlamento, se avesse un po’ di senso di responsabilità. Ma Lei li compra i deputati! Cosa posso farci io? Guardi nel suo governo, gli ultimi arrivi, freschi freschi, appena presi dai Responsabili.
L’ultimo sottosegretario che ha fatto sa cosa ha dichiarato? Appena nominato: “Sono stato nominato sottosegretario, ma non so per fare che cosa”. Lo scopo era diventare sottosegretario, non fare qualche cosa per il Paese!
Se questa è la situazione, a noi tocca un’azione di responsabilità. Lo ha detto Casini, lo ha ribadito Bersani e voglio aggiungere qualcosa anche io. Perché non è che noi, di qua, stiamo offrendo una grande proposta alternativa. Noi dobbiamo assumerci la responsabilità oggi di una proposta alternativa, e lo dobbiamo fare in modo forte e chiaro.
Lei ha chiesto una cosa importante, che io condivido. Ha detto. “C’è bisogno di un’assunzione di responsabilità collettiva”. Cominci Lei. Si dimetta. E’ importante, perché Lei sta bloccando l’economia del Paese. Sta facendo morire di fame milioni di persone, e non se ne accorge nemmeno.
Noi non possiamo più, e lo dico rivolto ai colleghi dell’opposizione e soprattutto a me stesso, limitarci a dire no a Berlusconi. Il problema è cosa facciamo noi e cosa vogliamo fare noi. Si tratta di vedere se si può fare un governo istituzionale, come diceva il collega Casini, o se bisogna andare subito alle elezioni. Io sono dell’idea che quando un governo, legittimamente eletto, non funziona più, è politicamente incapace di portare a compimento le sue responsabilità, bisogna richiedere il voto ai cittadini italiani.
Ecco quello che chiediamo noi, e lo chiediamo a Lei, signor presidente della Repubblica. Faccia come Ciampi, faccia come Scalfaro. Lei stesso si è reso conto, e ce lo sta dicendo tutti i giorni, che non si può più andare avanti così. E lo sciolga questo Parlamento! Ci mandi a votare! Dia il voto ai cittadini italiani! Li metta in condizione di scegliere un altro Parlamento, possibilmente non nominato dai soliti quattro o cinque. Che poi vengono qua e si vendono l’anima al diavolo, svendono la loro dignità votando ciò che non vogliono.
Sa a chi mi riferisco, caro Silvio? Quelli della Lega in aula non ci stanno più, perché parlano e scappano. Ma Lei ha visto che l’unica vera opposizione, a parole, gliela ha fatta la Lega? Ha detto basta, basta, basta a tutto quello che Lei sta facendo. Però vi vota lo stesso. Perché? Per restare al governo. E noi dobbiamo denunciare questo fatto ai cittadini italiani. Ma che forza di governo siete, voi leghisti, se dite che bisogna finirla con questo modo di governare poi votate la fiducia al governo? Siete degli scaldapoltrone peggio di quelli di Roma ladrona che denunciavate.
E allora che cosa dobbiamo fare? Innanzitutto una nuova legge elettorale. So che Lei non lo farà mai, so che qui dentro nessuno lo vuole fare perché ognuno vuole scaldare la sua poltrona. Io e altri colleghi abbiamo depositato una proposta di referendum per, almeno, tornare al mattarellum. Speriamo che si possa fare una legge elettorale al più presto, e vi notifico che da sabato cominciamo a raccogliere le firme. E siccome Lei lo sa bene che io le firme le raccolgo, noi raccoglieremo le firme, cambieremo la legge elettorale, torneremo a votare e ci libereremo non solo di Lei ma di tutti quei leccapiedi che le sono stati vicini e che hanno venduto l’anima al diavolo. Perché di questo abbiamo bisogno.
Mi consenta un’ultima cartolina, onorevole Berlusconi. Anzi la prossima volta me la mandi Lei, da dove se ne andrà in vacanza. Ma se ne vada!

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