Politica - il Job act e le sue elusioni

Passata la festa gabbato lo santo” dice il proverbio. Approvato il Jobs act, trovato l’inganno è invece la conclusione a cui iniziano a giungere alcune aziende italiane. La notizia è stata data ieri da la Repubblica di Bologna che parla di “furbetti del Jobs act” cioè aziende che fanno licenziare i lavoratori per poi riassumerli con altra vesta in modo da sfruttare gli incentivi e l’opportunità di avere dipendenti senza l’articolo 18. “Vere distorsioni che a nostro avviso dovrebbero essere considerate come vere e proprie truffe ai danni dell’erario”, denuncia la Cgil dell’Emilia-Romagna, che segnalerà i casi di cui è a conoscenza all’Inps. I primi casi segnalati dal sindacato sono quelli del Consorzio Albatros di Piacenza e di Movimoda a Reggio Emilia, aziende del facchinaggio nel comparto tessile. Quest’ultima, per mettere in pratica il meccanismo, ha costituito la società MMOperations srl. “Tutto ciò sta accadendo con la benedizione del nostro solerte presidente del Consiglio e del ministro del Lavoro” aggiunge la Cgil. Le aziende propongono ai lavoratori di licenziarsi, magari con un piccolo incentivo, per poi essere riassunti il giorno successivo da una nuova azienda, che lavora negli stessi cantieri e svolge le stesse attività. Nuova assunzione con un contratto a termine di sei mesi, giusto per assicurarsi gli sgravi, e con l’impegno che al termine dei sei mesi verranno tutti assunti a tempo indeterminato. Una furbata, appunto.



Nessun commento:

Posta un commento

Qui puoi lasciare un commento oppure dei suggerimenti