Religione - Halloween oppure Ognissanti?

 
Mi è capitato tra le mani un giornalino "Junior t il Timone dei ragazzi" e, leggendo qua e là, ho trovato un articolo davvero interessante riguardante il  vero volto di Halloween, ossia questo fenomeno al quale assistiamo come spettatori nostro malgrado da qualche anno, a partire dai media e finendo con le feste organizzate dai circolini cittadini.
 
Vi propongo dunque  la lettura di questo articolo con una riflessione sul vero significato della festa cristiana di Ognissanti seguita dalla Commemorazione dei nostri cari defunti.
 
 
Buona lettura...
 
 
IL VERO VOLTO DI HALLOWEEN
di Paolo Gulisano
 
Ogni anno, alla fine di ottobre, assistiamo ad uno strano spettacolo: i negozi, le strade e persino molte scuole, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni, ci mostrano grandi zucche forate illuminate dall’interno, scheletri e cupe figure incappucciate, e un ritornello ossessivo: dolcetto o scherzetto? Tutto questo è Halloween, una festa, ma soprattutto una moda, che si è imposta negli ultimi anni, grazie alla forza persuasiva del cinema e della televisione.
Sembra di essere a Carnevale, perché ci si maschera, anche se con un tema quasi obbligatorio: l’orrore e la paura. Ma che festa è quella dove è protagonista la paura? Che cosa si festeggia?
Ognissanti, la festa di tutti coloro che ci hanno preceduto in Paradiso, una vera e propria festa della vita, perché i santi sono le persone che hanno avuto una vita piena, ricca di Grazia, che hanno testimoniato al mondo la bellezza di essere cristiani e di seguire giorno per giorno Gesù. Secoli fa questa festa venne istituita proprio per ricordarci che la vita del cristiano è un cammino verso questa Gioia che non finisce mai. E per fare le cose bene, anche il giorno seguente – il 2 novembre – divenne un’importante ricorrenza: quella in cui ricordiamo i nostri cari defunti, le persone che non sono più con noi, ma che sono in Cielo. Non ci sono più fisicamente accanto, ma non dobbiamo dimenticarci di loro, dobbiamo continuare a volergli bene e a sentire il loro affetto. Così nacquero queste due belle feste, giorni in cui si andava nei cimiteri a portare i fiori sulle tombe delle persone care. Cimiteri che non erano, e non sono, luoghi di paura, di terrore. Sappiamo bene infatti che Gesù, con la sua Risurrezione, ha vinto il potere della morte.
A questo punto ci si potrebbe chiedere: come mai la vigilia del 1 novembre si parla di Halloween e non di Ognissanti? Perché gli scheletri e i pipistrelli? Come è  avvenuta questa sostituzione?
Partiamo dal nome: Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine inglese All Hollows’Eve, che significa: la vigilia di Ognissanti. Questa festa, infatti, era molto sentita in Irlanda, la piccola isola verde che aveva dovuto sopportare tremende persecuzioni per essere rimasta sempre fedele alla Fede cattolica. Per questo, nel corso dell’800 centinaia di migliaia di irlandesi erano stati costretti a lasciare la loro meravigliosa terra e a emigrare in America, sfuggendo alla fame, alla miseria, alla discriminazione. In America si portarono dietro le loro povere cose, e la loro grande fede, i loro santi, le loro feste. L’America protestante, aveva da tempo rimosso dalla memoria il culto dei santi: non ne voleva proprio sapere. Così quella bella festa cattolica del 1 novembre che gli irlandesi celebravano con tanta gioia colpì e incuriosì che cattolico non era, che si chiese – forse con invidia – se non fosse possibile appropriarsi di quella occasione di festa, escludendone però il significato.
Halloween dunque è un fenomeno tutto americano: la profonda devozione per i santi degli emigrati irlandesi era qualcosa di molto fastidioso per quella società che era nata da rifiuto della Chiesa e di ciò che essa aveva sempre insegnato, così volle eliminare il senso cattolico di Ognissanti, trattenendo nella cosiddetta Halloween l’aspetto lugubre dell’aldilà’, con i fantasmi, i morti che si levano dalle tombe, le anime perdute che tormentano quelli che in vita arrecano loro danno: un aspetto che si tenta di esorcizzare con le maschere e gli scherzi.
Halloween diventò un tema buono per i fumetti e per il cinema. Tutta la messinscena di articoli più o meno macabri – teschi, scheletri, streghe – che oggi ben conosciamo, questa parodia della religiosità cristiana autentica, che ha finito per diventare anche un grosso affare commerciale: Halloween serve principalmente a vendere un po’ di prodotti carnevaleschi in più, maschere, teschi, zucche, mantelli e cappellacci e altro, nonché spazi pubblicitari nei film dell’orrore mandati sulle reti televisive.
Halloween è proposta commercialmente come una festa giovane, divertente, diversa, trasgressiva, ci si traveste da fantasma, strega o zombie e si balla nelle feste.
Tuttavia Halloween porta in sé – e questo è uno dei suoi aspetti più negativi e che non si possono accettare – un atteggiamento negativo verso la morte e verso i defunti, come se i morti fossero qualcosa di ostile da cui difendersi. Si vuole esorcizzare la morte, facendone la caricatura. In conclusione, l’attuale Halloween d’importazione americana è semplicemente una festività consumistica, svuotata di significato, buona solo per far fare il pieno alle discoteche, semplicemente un carnevale con un tocco di macabro.
La festa vera è un’altra, e la dobbiamo fare! Un tempo, i nostri nonni celebravano Ognissanti in molti modi, anche preparando dolci speciali per l’occasione! Dobbiamo allora riappropriarci di questa festa, ridandole tutto il suo antico significato, celebrando i morti e i santi, l’avvicinarsi del tempo di una nuova stagione e di una nuova vita. Non facciamoci scippare la gioia e la festa da scheletri e vampiri.
 
 
Tratto da Junior T il timone dei ragazzi n. 6 settembre/ottobre 2013
 
 

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