Tecnologia - Body scanner, l'archivio delle vergogne

Roma - Gli scanner full-body invadono la privacy dei passeggeri e permettono alle autorità (statunitensi) di realizzare l'ennesimo archivio di informazioni personali a rischio di incostituzionalità. Il pericolo era già stato ampiamente denunciato in passato, e ora arriva la conferma dello U.S. Marshals Service: gli scanner agli aeroporti registrano le immagini dei passeggeri, e la Transportation Security Administration (TSA) le spedisce in giro conservandone decine di migliaia "a fini di test".

Eppure la TSA aveva garantito sull'incapacità degli scanner "total-body" di "registrare, esportare o stampare" le immagini fotografiche raccolte dalla scansione dei passeggeri, funzionalità disabilitate prima del trasferimento delle macchine per la scansione ai checkpoint aeroportuali.





E invece l'avvocato del Marshals Service William Bordley ha scoperto che su una macchina ospitata nel palazzo di giustizia federale della Florida sono state immagazzinate oltre 35mila fotografie, mentre in un caso uno scanner è stato testato a Washington D.C. ma è stato poi rispedito indietro al produttore con tutto il database di foto raccolte nel mentre.
Stando alle indagini del Marshals Service la TSA ha insomma mentito su tutta la linea, gli scanner full-body sono incostituzionali - andando contro il quarto emendamento della Costituzione americana sulle perquisizioni irragionevoli - e passare attraverso i checkpoint di uno dei tanti aeroporti statunitensi e non che impiegano la tecnologia equivale a consegnare le proprie vergogne alla totale disponibilità di polizie e governi.

E in Italia? Il governo è al momento impegnato nelle fasi finali della sperimentazione dei body scanner negli aeroporti, e il Ministro dell'Interno Roberto Maroni si dice pronto a installarli anche nelle stazioni ferroviarie. L'Europa frena ma l'Italia è pronta.






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